Il nuovo statuto nasce vecchio |
L’attuale comitato d’affari ha preparato un nuovo statuto superblindato:
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● è prevista una cosiddetta “elezione diretta” di consiglieri senza alcuna garanzia di rappresentanza di eventuali liste di minoranza, cioè di controllo;
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● l’art. 8 allarga a dismisura la possibilità di investimenti in titoli tossici: l’esperienza Lehman Brothers non ha insegnato nulla a Oliveti e soci. Dal 9 maggio abbiamo la notizia della truffa SOPAF di soli 20 milioni di euro, sempre per giro di fondi: altri sospetti …
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● nessun accenno ad incompatibilità come richiesto da sempre da EnpamVeritas per gli ultrasettantenni e per il cumulo delle cariche. Il mandato di chi è al potere deve essere solo uno!
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● l’adesione delle altre professioni serve solo a diluire il patrimonio dei medici e a ottenere la benevolenza della politica: in ogni caso può essere un passo verso la generalizzazione della previdenza medica nell’INPS;
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● è assente lo spirito di servizio, di condivisione, trasparenza, completezza delle informazioni: è studiata bene la licenza di avere più mandati e più presenza nelle stanze dell’amministrazione ;
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● la non rieleggibilità deve scattare da subito: Lacagnina, Malagnino, Oliveti, Noce, Pepe sono nel Comitato d’Affari da decenni: ma vogliono proprio fare la fine di Di Lorenzo e Parodi? Lascino la poltrona in tempo! per il bene loro, dell’ENPAM, dell’onore della professione!
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● comica finale: Oliveti costituisce l‘ENPAM parte civile nel procedimento di rinvio a giudizio di Parodi: ma non era vicepresidente? Cosa faceva in CDA? Prendeva stipendi e gettoni, ma nulla vedeva e sentiva? |
Dicono i padroni dell’ENPAM che le nostre richieste sono da regolamento e non da statuto. Quindi non saranno neppure lontanamente prese in considerazione.
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Gli amministratori continueranno ad avere stipendio e gettoni (ma non dovevano pensare ad una riduzione come chiesto dal Presidente di Milano R.C. Rossi? ): questo è un doppione, unico esempio nelle tradizioni anche più aggressive degli enti previdenziali. Dal 2011 all’agosto 2013 il Parlamento ha sfornato ben 3 leggi per prescrivere sensibili risparmi sulla spesa per gli amministratori ma, purtroppo, senza sanzioni (commissariamento, ad esempio). Di conseguenza, si guardano bene dall’osservarle.
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Mai riusciremo a sapere quanto è costata la nuova sede imperiale!
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Guido Caprio
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Socio Fondatore SNAMI |
Milano, 10 maggio 2014 |
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