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martedì 9 agosto 2011

Aborto: diminuzione del 2,7% nel 2010 - Tassi tra i più bassi d’Europa

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5 agosto 2011

     Sono state 115.372 le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2010, con un decremento del 2,7% rispetto al 2009. Tasso di abortività sceso del 2,5%. Ma resta alto il ricorso all’aborto tra le donne straniere, che nel 2009 ha rappresentato il 33,4% del totale delle Ivg, mentre, nel 1998 era pari al 10,1%. L’Italia, comunque, registra tra i tassi più bassi di ricorso all’aborto nei Paesi occidentali. Secondo quanto emerge dalla Relazione annuale presentata dal ministero della Salute al Parlamento.

05 AGO - Pubblicata oggi, sul sito del ministero della Salute, la Relazione 2011 sull’applicazione dell legge 194/78 sull’interruzione volontaria di gravidanza (ivg) presentata al Parlamento dal ministro della Salute Ferruccio Fazio. Buone notizie, secondo i dati definitivi del 2009 e quelli provvisori del 2010. Nel 2010 sono state effettuate 115.372 ivg (dato provvisorio), con un decremento del 2,7% rispetto al dato definitivo del 2009 (118.579 casi) e un decremento del 50,9% rispetto al 1982, anno in cui si è registrato il più alto ricorso all'ivg (234.801 casi).
     Il tasso di abortività (numero delle ivg per 1.000 donne in età feconda tra 15-49 anni), l'indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza, è risultato nel 2010 pari a 8,2 per 1.000, con un decremento del 2,5% rispetto al 2009 (8,5 per 1.000) e un decremento del 52,3% rispetto al 1982 (17,2 per 1.000). Si tratta inoltre, sottolinea il ministero della Salute, di un valore “tra i più bassi di quelli osservati nei Paesi industrializzati”. In particolare per quanto riguarda le minorenni, tra le quali, riferisce il ministero, il tasso di abortività in Italia è risultato, nel 2009, pari a 4,4 per 1.000 (era il 4,8 per 1.000 nel 2008), con valori più elevati nell'Italia settentrionale e centrale ma, anche se i dati non sono strettamente comparabili, ben al di sotto di Inghilterra, Francia e Spagna. Nel dettaglio, per donne con meno di venti anni, nel 2009 in Italia il tasso di abortività è pari al 6,9 per mille (era il 7,2 nel 2008); nello stesso anno in Inghilterra e Galles è il 23 per mille, e in Svezia il 22,5 per mille; in Spagna il 12,7 per mille; in Francia il 15,2; negli USA nel 2004 il 20,5 per mille.
     Il rapporto di abortività (numero delle ivg per 1.000 nati vivi) è risultato pari a 207,2 per mille con un decremento dell'1,3% rispetto al 2009 (210 per mille) e un decremento del 45,5% rispetto al 1982 (380,2 per mille).
     Se l'analisi delle caratteristiche delle ivg conferma un decremento tra le italiane, tuttavia negli anni è andato crescendo il contributo all'Ivg da parte delle donne con cittadinanza estera, raggiungendo nel 2009 il 33,4% del totale delle ivg, mentre, nel 1998, tale percentuale era del 10,1%. Nel 2009, dei 38.309 aborti di donne con cittadinanza straniera 19.762 (il 51,6%) sono di donne provenienti dai paesi dell'Europa dell'Est.
     Quasi la metà delle IVG, sia fra le italiane (47,3%) che fra le donne straniere (43,8%) sono effettuate da donne con occupazione lavorativa, e solo il 13,4% delle ivg fra le italiane e il 23,4% fra le straniere riguardano donne disoccupate o in cerca di prima occupazione. Riguardo allo stato civile, le ivg fra nubili e coniugate sono in percentuali simili: fra le straniere prevalgono le coniugate (49,4%) mentre fra le italiane il più alto ricorso è tra le nubili (50,8%). Fra le donne italiane che hanno effettuato una ivg, il 45,4% non aveva figli, così come il 31,9% delle straniere.
     Le cittadine straniere, presentano un tasso di abortività, peraltro diverso per nazionalità, stimato 3-4 volte maggiore di quanto attualmente risulta tra le italiane.
     La percentuale di ivg effettuate da donne con precedente esperienza abortiva è risultata pari al 27%, valore simile a quello del 2006, 2007 e 2008 (26,9%). Le percentuali corrispondenti per cittadinanza sono 21,9% per le italiane e 38,2% per le straniere (21,6% e 37,4%, rispettivamente, nel 2008). Anche in questo caso, secondo il ministero, “la percentuale di aborti ripetuti riscontrato in Italia è tra le più basse a livello internazionale”.