Ho letto con grande commozione questa commemorazione scritta da Guido, che mi rimanda ad altre epoche e ad altri stati d'animo, e devo dire - avendo io, in qualità di Responsabile Nazionale della Guardia Medica (poi Continuità Assistenziale) dal 1993 al 2004, partecipato a tutti, dico tutti, i Tavoli nazionali con Roberto per oltre un decennio - che non una parola di quanto detto dall'amico Venturini non corrisponde a verità.
Spesso si tende a "mitizzare" gli uomini ed il passato: in questo caso, posso dirlo con certezza, non è così ma, anzi, ci sarebbero tante, tante altre cose buone da dire e sono certo che, in un giorno non lontano, si diranno tutte.
IN RICORDO
DI UN GRANDE UOMO
Roberto
Anzalone è stato un grande sindacalista ed un grande uomo.
L'ho
seguito da vicino negli anni novanta fino al 2006 come Addetto alla Presidenza
Nazionale e posso testimoniare con estrema sincerità l'acutezza
di mente, l'abnegazione per il suo lavoro di medico e di sindacalista e
l'adamantina onestà.
Alcuni
esempi mi sono rimasti nella mente e non si cancelleranno mai.
Quante
volte ai tavoli ministeriali durante le trattative per il rinnovo della
convenzione dei medici di famiglia poi diventati medici di medicina generale,
l'unico che si batteva come un leone contro la parte pubblica, ricordo i
ministri della Sanità dell'epoca Guzzanti, Bindi, Veronesi, era
Roberto Anzalone. Gli altri esponenti sindacali, non voglio fare nomi per non
essere querelato per diffamazione, sembravano partecipare ad una
sceneggiata già concordata nei minimi particolari, con un finale già scritto
con reciproca soddisfazione dei partecipanti, tranne
Roberto.
Dopo
l'attentato di Prima Linea con relativa gambizzazione ( fratture ossee con
novanta giorni di prognosi),successe anche ad un altro grande
italiano di nome Indro Montanelli, solo Roberto Anzalone poteva rifiutare uno
scranno in Parlamento come senatore di un collegio di Milano
Centro!
Preferì
invece continuare a svolgere la sua professione di medico di famiglia e
continuò come sindacalista a difendere la categoria dei medici
senza l'ingordigia di tanti colleghi che hanno barattato o cercato di barattare
senza successo la difesa della categoria per un posto al
sole, leggi deputato, senatore, membro di governo o sottogoverno.
Continuo a
non far nomi per non incorrere in eventuali denunce e per non dimenticarne
qualcuno, ma se uno ha buona memoria può ricordare.
Roberto
diceva che chi difende la categoria medica non deve immischiarsi nella politica
partitica per non tradire la categoria in cambio di vantaggi
personali. Aveva perfettamente ragione. Lo stiamo pagando tutti i giorni sulla
nostra pelle.
E come non
ricordare i viaggi serali in vagone-letto da Milano a Roma per non gravare
troppo sulle casse del sindacato rifiutando un ben più comodo e
rilassante soggiorno romano? Ora chi mai lo farebbe? ...Altri tempi!
Insignito
dell'Ambrogino d'oro, massima onorificenza meneghina, dal sindaco Moratti,
negli ultimi anni Roberto Anzalone capì che la nostra categoria
a causa di scelte politiche sbagliate avvallate da altre sigle sindacali,
infatti solo lo Snami non firmò la convenzione nazionale del 2004, doveva
subire lo strapotere della parte pubblica e della politica ad essa collegata.
La
convenzione dell'allora Ministro della Sanità Aldo Aniasi del 1983 che
raddoppiò la quota capitaria di ogni medico, era ormai un pallido ricordo. Senz'altro
Roberto Anzalone come Presidente Nazionale Snami e come medico milanese fu
determinante per quel successo straordinario
ed irripetibile.
Termino
con una nota di pessimismo dicendo che persone come Roberto Anzalone purtroppo
non esistono più.
Certi valori
testimoniati dall'esempio di una vita onesta e coerente fino in fondo senza
compromessi dettati dall'interesse personale rimangono
ad esempio delle generazioni future.
Roberto
Anzalone era un uomo libero con la schiena diritta.
Che la
terra TI sia lieve, Roberto.
Guido Venturini
Guido Venturini