"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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- sabato 20 e domenica 21 giugno il Comitato Centrale si riunisce a Tivoli

- venerdì 23 maggio 2014 è stata stipulata la Convenzione SNAMI Campania-Club Medici che, tra i vari servizi, offre una polizza assicurativa per la responsabilità civile professionale

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lunedì 12 luglio 2010

Progetto ME.di.CO. SNAMI CAMPANIA

S.N.A.M.I.
Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani
Segreteria Regionale della Campania
Piazza Matteotti 67 – 81100 CASERTA
tel. 0823 327360 fax 0823 205833
__________________________________________________

Il Presidente Regionale

Prot. n. 10/356 del 19 febbraio 2010
PROGETTO MEDICO SNAMI-Campania

Lo S.N.A.M.I.-Campania, intende confrontarsi costruttivamente, prima al suo interno e poi all’esterno, intorno al seguente progetto, elaborato dal Dott. Assuero Musco, responsabile Provinciale di Benevento del Settore Medici in formazione e Precari – a cui va il ringraziamento mio personale per la qualità del lavoro da lui effettuato - da attuare, eventualmente in via sperimentale, attingendo risorse sia dai “fondi di piano”, sia dai risparmi di spesa derivanti dalla riduzione degli sprechi legati a ricoveri ospedalieri e prestazioni diagnostiche inutili, ritenendo necessario conformare le “cure primarie”, come riqualificazione e riscatto del territorio, allo scenario di assistenza sanitaria dovuto all'aumento della popolazione anziana lasciata a sé stessa e alla necessità della presa in carico della cronicità, della continuità dell'assistenza e dell'integrazione dei professionisti operanti nel territorio e ritenendo indispensabile dare efficace risposta ai bisogni di natura sanitaria evitando l'impiego non appopriato delle risorse dell'ospedale, visto il recente DDL di riforma della 229/99 che ha introdotto il concetto di “presa in carico” h 24 dell'assistito nelle Unità operative di medicina generale, attraverso il potenziamento e l'implementazione della continuità assistenziale.
Inoltre l'aspetto economico globale di questa proposta è particolarmente interessante. Infatti avremo, per la continuità assistenziale, un modico aumento di costo rispetto a quanto sostenuto dall'azienda fino alla data odierna, a fronte di costi molto più esorbitanti se il sistema venisse calibrato nelle U.M.G., nelle U.T.A.P. o nelle case della salute.
Compiti dell'Assistenza Primaria
Il compito dell'Assistenza Primaria è quello di prendersi carico degli assistiti mediante la gestione delle patologie croniche, in un'ottica di “governance clinica” tesa ad evitare il più possibile inutili sprechi di risorse e di dare risposta al trattamento delle urgenze differibili che si possono gestire a domicilio, quest'ultimo compito effettuato anche dal servizio di continuità assistenziale.
Il Medico di Assistenza Primaria deve riappropriarsi delle specifiche competenze della Medicina generale attualmente sottrattegli dalla proliferazione dei costosi centri specialistici, gestendo direttamente le cronicità al fine di realizzare nel proprio studio una serie di azioni mirate ed utili alla gestione uniforme, programmata e maggiormente finalizzata delle patologie croniche, che hanno un alto impatto sui consumi di prestazioni e di servizi, garantendo un grado maggiore di efficacia e di efficienza nell'erogazione degli interventi e, riducendo progressivamente il carico burocratico, accorciando le liste di attesa.
Questo compito è attuabile senza modificare l'attuale strutturazione e disposizione degli studi dei MMG sul territorio che, con la loro parcellizzazione, offrono già un ottimo servizio vicino al paziente/cittadino, ma semplicemente condividendo e mettendo in “rete” i dati sanitari.
Continuità Assistenziale H 24
Considerando che la presa in carico H24 del paziente è un punto cruciale per permettere la giusta programmazione e allocazione delle risorse e, soprattutto, per la corretta risposta del territorio alle esigenze summenzionate, lo S.N.A.M.I. ha individuato nel sistema della continuità assistenziale organizzata sull'intero arco delle 24 ore per tutti i giorni della settimana, il cardine sul quale far ruotare il sistema dell'H 24, rivalutando professionalmente, economicamente e funzionalmente questo servizio, prevedendo comunque l'informatizzazione e l'integrazione con i medici di assistenza Primaria, per quanto di loro competenza su un piano di collaborazione fra pari, pur con ruoli distinti.
Il servizio è organizzato con l'apertura dei Presidi 24 ore al giorno, sette giorni su sette. Gli operatori hanno un incarico di norma di 38 ore settimanali, compatibilmente con altre forme di incarico convenzionate, specificatamente con l'Assistenza Primaria, fatti salvi i rapporti compatibili in essere.
I medici di continuità assistenziale possono partecipare a programmi di gestione degli assistiti in A.D.P. (assistenza domiciliare programmata) e in A.D.I. ( assistenza domiciliare integrata) in accordo con i medici di Assistenza Primaria interessati alle attività territoriali.
In base ad esperienze condivise di medici che operano in P.S. e di medici di medicina generale, risulta che un cospicuo numero di soggetti che si rivolgono al P.S. presenta quadri clinici che potrebbero essere affrontati e risolti adeguatamente dal medico di medicina generale.
Si ritiene, quindi, opportuno indicare un modello organizzativo, capace di contenere il fenomeno rispondendo alle esigenze sanitarie del cittadino.
Presidio Ambulatoriale: costituisce il punto di riferimento dell'assistenza territoriale per il cittadino che deve identificare un luogo fisico dove trovare risposta assistenziale continuativa in h 24, gestiti dai medici di continuità assistenziale per effettuazione delle visite e prestazioni sanitarie (codici bianchi e verdi), sia ambulatoriali che domiciliari, collocate strategicamente sul territorio, con particolare riguardo anche per le aree montane e disagiate.
Per ogni turno devono essere presente una o due unità mediche e una infermieristica.
Presidio ambulatoriale distrettuale: almeno uno per distretto, gestito sempre dai medici di continuità assistenziale, dotati eventualmente di mezzi strumentali di prima diagnosi, elettrocardiografi, ecografi palmari (oggi di bassissimo costo), telemedicina con adeguato addestramento degli operatori al loro uso, piccoli Kit per le analisi di urgenza, per le patologie più “dubbiose”, collocati vicino a una postazione di primo intervento, al fine di poter trasferire il paziente, qualora se ne verificasse la necessità. Nulla vieta che i due Servizi siano collocati nella stessa struttura, anche per ottimizzare i costi, purchè il personale sia differenziato e ciascuno svolga il proprio compito. In tale ambito possono essere fornite alcune prestazioni infermieristiche e consulenze specialistiche attivando, eventualmente, una reperibilità per gli specialisti ambulatoriali esterni per le ore diurne.
Per ogni turno devono essere presenti almeno due unità mediche e due di personale infermieristico.
Il ricorso a tale servizio può essere anche attivato dai MMG.
Punti di primo intervento: almeno uno per distretto, dispongono di competenze cliniche e strumentali adeguate a fronteggiare e stabilizzare, temporaneamente, le emergenze fino alla loro attribuzione al pronto soccorso dell'ospedale di riferimento ed in grado di fornire risposte a situazioni di minore criticità e bassa complessità.
Proposte di dislocazione degli ambulatori
Per far ciò bisogna tener presente alcuni parametri:
La regione Campania ha un territorio prevalentemente collinare (50,8%), il 34,6 % di esso è montuoso e il 14,6 % pianeggiante.
Con i suoi quasi 6 milioni di abitanti, ha una densità abitativa media più alta (428,15 ab/Kmq), con altissimi squilibri della distribuzione degli abitanti sul territorio, ad esempio le isole e le province di Avellino, Benevento, Salerno e Caserta che hanno zone di bassissima densità abitativa in particolari conformazioni territoriali, di tipo montano e disagiate anche in ordine di viabilità, già in condizioni climatiche normali, addirittura pericolose nel periodo invernale;
Inoltre la Campania è beneficiata da un alto flusso turistico che attira ogni anno milioni di persone e le potenzialità economiche, benchè possano apparire enormi, sono frenate dalla pessima amministrazione del territorio, anche di ordine sanitario.
L'organizzazione deve tener conto dei seguenti parametri:
- estensione territoriale di competenza;
- densità abitativa e idoneo rapporto medico/abitante;
- zone disagiate con popolazioni sparse con conseguente bassa densità abitativa;
- tempi di evasione delle richieste;
- flussi turistici.
Pertanto, per garantire il servizio, gli ambulatori dovrebbero così essere ipotizzati
Punti di primo intervento: 1 per ogni distretto, con deroga di 2 massimo 3 per i distretti ricadenti nelle zone disagiate;
Presidi ambularoriali distrettuali: come sopra
Presidi ambulatoriali: la collocazione, strategica, va concordata tra l'azienda, la conferenza dei sindaci e le sigle sindacali)
Pertanto, così facendo, viene qualificata l'assistenza territoriale che:
1. garantisce la continuità delle cure, mediante gestione integrata del paziente da parte dei servizi territoriali ed ospedalieri;
2. realizza un processo organizzativo che garantisce un'efficace continuità dell'assistenza, la riduzione dei ricoveri, delle prestazioni diagnostiche inappropriate, l'attivazione di percorsi assistenziali con conseguente diminuzione del ricorso al pronto soccorso per prestazioni che sarebbero classificate come codici bianchi o verdi;
3. contribuisce a realizzare un rieliquilibrio fra ospedale e territorio propedeutico a una ridistribuzione delle risorse, basata sull'individuazione del livello di assistenza e della sede per l'erogazione delle prestazioni appropriate in considerazione dei principi di efficacia, efficienza e economicità;
4. persegue il coordinamento funzionale delle attività dei MMG, della continuità assistenziale, dei pronto soccorso e degli specialisti ambulatoriali esterni;
5. diventa il punto di riferimento dell'assistenza territoriale, garantisce i LEA, intercetta la domanda, la soddisfa per quanto è possibile, governa i successivi eventuali percorsi sanitari in un'ottica di appropriatezza.
Offro quindi questo progetto alla vostra riflessione riservandomi di farlo presentare direttamente dal suo autore al prossimo Consiglio Regionale SNAMI.
Affettuosi saluti a tutti voi
Giorgio Massara