Pubblica sicurezza e cerificazione online
L’argomento è veramente grosso: la certificazione di malattia in Italia.
Solo pochi numeri: in Italia ogni anno si spediscono, tramite raccomandata a.r. e/o fax, circa 50 milioni di certificati medici (per 3,5 milioni di lavoratori pubblici e per 13,5 milioni di lavoratori privati). La collettività spende per questa operazione oltre 500 milioni di euro l’anno. Da quest’anno, e precisamente dal 18 Luglio 2010 (D.M. 26 febbraio 2010), tutti i medici (circa 180.000) sono obbligati a trasmettere i certificati di malattia per via telematica, a pena il licenziamento dal Sistema Sanitario Nazionale
Il Ministro Brunetta sull’argomento ne ha fatto una gran propaganda nei vari talk show televisivi, sia per il risparmio per le casse dello stato, sia per l’oggettiva semplificazione per il lavoratore, il quale non dovrà più “…recapitare l'attestazione di malattia ovvero di trasmetterla tramite raccomandata a/r alla propria amministrazione entro due giorni lavorativi successivi all'inizio della malattia…” (Circolare della Presidenza del Consiglio dei Ministri n. 1, dell’11 Marzo 2010). La classe medica, e segnatamente alcuni sindacati di Medici di Famiglia, come ad esempio lo S.N.A.M.I., mai consultati per la stesura della Legge sulla certificazione online, hanno a più riprese stigmatizzato molti difetti nel sistema congegnato da Brunetta: non tutto il territorio nazionale è coperto dalla rete ADSL, anzi il Governo Italiano non sta investendo neanche un euro per la banda larga; non tutte le strutture del Sistema Sanitario sono attrezzate per la connettività internet (i presidi di guardia medica, gli ambulatori specialistici delle ASL…); i medici di famiglia non hanno nessun obbligo contrattuale di avere nel proprio ambulatorio un collegamento internet: anzi nessun incentivo è stato proposto, ma solo oneri e aggravi burocratici. Ciò nonostante, il 35% dei medici di famiglia dal 18 luglio 2010 ha inviato almeno un certificato di malattia online, come anche il 25% delle altre figure mediche del SSN. Chi scrive fa parte di quel 35% di medici che allo stato invia “normalmente” il certificato di malattia per via internet, contribuendo al risparmio di quei 500 milioni di euro, oltre che contribuire ad un moderno ed effettivo vantaggio per il mondo del lavoro. Ma sembra che a tutto ciò vi sia un’eccezione, come a dire, sì, è vero che la Legge è uguale per tutti, ma non esageriamo! Per il Ministero dell’Interno, e segnatamente per la Polizia di Stato, la certificazione online non vale! Non c’è Legge Brunetta che tenga. Una circolare del Dipartimento della Pubblica Sicurezza di tale Ministero (che vi allego) obbliga il poliziotto a presentare al proprio ufficio il certificato cartaceo, anzi, se proprio il medico si intestardisce a fare il certificato online, a porre diagnosi, prognosi, timbro e firma del medico sul certificato cartaceo telematico. Che cos’ è questa, nel migliore dei casi, se non schizofrenia?
Antonio Merola