Non vengono più corrisposti i contributi per segretarie, infermieri e medicina in associazione.
L’ASL di Caserta ha deciso di contribuire ad aumentare la già notevole disoccupazione che grava come un macigno sulla provincia, con un provvedimento unilaterale, in totale dispregio del contratto di lavoro dei medici e delle normative che regolano i rapporti sindacali.
Il motivo? “Anche a Napoli l’hanno fatto”…
Secondo indiscrezioni, questa sarebbe stata una delle frasi pronunciate in un tavolo aziendale con i sindacati, durante il quale è stato annunciato il provvedimento di revoca dei contributi, peraltro previsti dall’Accordo Collettivo Nazionale, per le Associazione ed il personale di studio.
L’Accordo prevede, appunto, una voce stipendiale tesa a favorire la formazione di Associazioni tra medici, per poter offrire una maggiore disponibilità, durante la giornata, per l’assistenza ai pazienti. Il contributo è previsto anche per quei medici che si servono di personale di studio (segretaria, infermiere), che contribuisce ad una migliore gestione dell’ambulatorio.
Ebbene, centinaia di camici bianchi hanno provveduto ad associarsi, stipulando mutui per l’acquisto o caricandosi di fitti onerosi per locali idonei alla nuova forma di assistenza, hanno provveduto ad informatizzarsi, a collegarsi in rete e ad assumere il personale necessario.
La perdita improvvisa del contributo potrebbe indurre molti di loro a tornare sui propri passi, non essendo molti medici in grado di sostenere gli oneri da ciò derivanti.
Il risultato sarà quello di una riduzione delle capacità assistenziale e dell’eventuale perdita di posti di lavoro.
Lo SNAMI (Sindacato Nazionale Autonomo Medici Italiani), dopo aver bocciato il provvedimento in un apposito incontro avuto con l’Azienda lo scorso 9 dicembre, ha provveduto ad inviare all’ASL di Caserta una diffida, a firma del Responsabile dei Medici di Famiglia e del Segretario Provinciale.
Nel documento, il sindacato intima l’immediata revoca dell’illecito provvedimento, richiamandosi per altro allo Statuto dei Lavoratori per il comportamento anti sindacale, e chiede di conoscere il nome del responsabile del provvedimento.
Come è noto, infatti, anche l’ASL di Caserta è priva di un Direttore generale, ed il provvedimento è stato reso operativo in un periodo in cui il commissario Romano era dimissionario.
La mancanza di una programmazione di lungo respiro, legata alla gestione commissariale, tesa unicamente al risparmio tout court, ha creato questo mostro giuridico, che non potrà che avere negative ripercussioni sui livelli di assistenza, già bassi, in una provincia ed in una regione, come la Campania, che paga lo scotto di vecchie disfunzioni, unitamente ad un livello di pressione fiscale elevatissimo.
Caserta, lì 17/12/2010
L’ADDETTO STAMPA PROVINCIALE
Dr. Giuseppe Giuliano