"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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mercoledì 12 ottobre 2011

in data 7 ottobre Angelo Testa denunciava, sulla scorta di un sondaggio interno, il perdurare di perplessità, incertezze e scarsa fiducia dei medici nei confronti dell'ENPAM. A puntuale riscontro di quanto da lui affermato arriva anche un sondaggio dell'ENPAM (tre medici su quattro sono preoccupati per la pensione) riportato dal Sole24ORE Sanità. In appendice un articolo, da leggere con attenzione, di Fabio Tonacci


11 ottobre 2011


Indagine Enpam:
i medici hanno paura del futuro

     Burocrazia, stress e cattivi rapporti con Asl e Regione avvelenano il presente dei medici italiani. L'insicurezza e la paura, invece, rabbuiano il futuro. La fotografia di una professione sempre più in crisi d'identità emerge da un'indagine dell'Enpam, l'ente previdenziale dei camici bianchi, condotta su un campione di 2.055 iscritti e tesa a esplorare le aspettative della categoria.
    
Tre su quattro sono molto preoccupati per la pensione, più di uno su tre è insoddisfatto della relazione con le aziende sanitarie e le amministrazi oni locali, oltre il 21% considera seriamente l'ipotesi del pensionamento anticipato. Un desiderio di fuga alimentato dalla delusione: il livello di stress è alto, l'insofferenza verso il «modo in cui oggi si lavora» anche. Il presidente FnomCeO, Amedeo Bianco, ammette: «È lo specchio di un vissuto professionale particolarmente difficile, dominato dall'incertezza». Che penalizza soprattutto i giovani.


     Un'insoddisfazione che in questi mesi è aumentata con la preoccupazione degli effetti delle manovre economiche: medici, veterinari, dirigenti del ssn si mobilitano il 13 ottobre con una manofestazione a Roma per «fermare i continui attacchi ai professionisti della sanità» e che, è la tesi che sostengono i sindacati, penalizza la professione. E i sindacati puntano il dito in questo senso su quattro aspetti fondamentali:

- il contributo di solidarietà rimane in vigore solo per i dipendenti pubblici, per i quali sono state stravolte le regole Irpef tassando un reddito in base soltanto alla natura giuridica del tipo di lavoro che l'ha prodotto, mentre lo stesso reddito, o anche maggiore, è esente da contributi se proveniente da lavo-ro autonomo;
- il prolungamento a cinque anni del blocco dei contratti di lavoro determina una conseguente perdita del 20% del potere di acquisto degli stipendi con ricadute pesanti sui trattamenti previdenziali;
- il congelamento della liquidazione per due anni, dimentica - sostengono i sindacati - che il Tfr è un salario differito e in larga parte autofinanziato;
- le minacce di una mobilità selvaggia, la precarietà degli incarichi professionali, la proroga del-la facoltà delle amministrazioni di pensionamento coatto, a prescindere dalla età anagrafica, spesso in-feriore a 60 anni.

     Lo studio dell'Enpam è stato condotto su 2.055 medici estratti dal totale degli iscritti all'archivio Enpam, il 12,2% dei quali è già in pensione: il 44% del campione è composto da dipendenti Ssn, il 35% da liberi professionisti, il 12,9% da Mmg, il 4,4% da pediatri di libera scelta e il 3,5% da specialisti ambulatoriali.
     I segnali della crisi sono già tutti nei primi dati: la percentuale di soddisfatti del proprio lavoro è pari al 72,5% del totale ma cala progressivamente dal 95,7% degli over 66 (i pensionati, appunto, condizionati dalla nostalgia del passato) al 63,7% degli under 35 e dall'82,4% di chi ha un reddito oltre i 90mila euro al 53,8% di chi guadagna meno di 30mila euro. In sintesi: sono i giovani i più delusi, sia a livello economico sia a livello di aspettative professionali. E la delusione aumenta quando si tocca il tasto dolente dei rapporti con Asl e Regione: la quota dei soddisfatti precipita al 32,9%, quella degli insoddisfatti sale al 36,7 per cento. Il malumore è alto soprattutto tra i convenzionati, ma anche per il 32,4% dei dipendenti la relazione non è soddisfacente.



     L'incertezza sul futuro è palpabile: il 35% (con punte del 40,5% tra i liberi professionisti e del 35,1% tra i dipendenti) non riesce a fare alcuna previsione sull'ammontare netto mensile della propria pensione. I più ottimisti sono ancora i pediatri; il 61,7% pensa di incassare tra i 1.500 e i 3.000 euro, il 21,6% fino a 4.500 euro. Di nuovo i giovani, invece, sono i più spaesati: quasi la metà degli under 35 e il 46% di chi ha tra 36 e 45 anni non riesce a fare alcuna previsione, contro il 26,3% di chi ha tra 56 e 65 anni. Al contrario, i più anziani riferiscono aspettative o realtà retributive più elevate.
     L'insicurezza fa anche paura: il 76,3% dei camici bianchi è preoccupato per la pensione. Ma il ricorso a forme integrative è ancora scarso: riguarda appena il 30% delle interpellati. Il 53%, di contro, ha un'assicurazione sulla vita e i più anziani si dotano frequentemente di un'assicurazione sanitaria. Non solo: il 20,6% già versa contributi facoltativi per migliorare la pensione,
il 14,1% ci sta pensando e il 32,7% ancora la decisione alla valutazione del rendimento.




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Titoli "tossici" nei bilanci
Perquisita la cassa dei medici


Un edificio di proprietà dell'Enpam

 La Guardia di finanza ha sequestrato documenti, ricevute, rapporti e certificati degli ultimi cinque anni, per verificare la corretta gestione dell'Enpam. Secondo i magistrati "emergono punti "critici" in relazione all'assenza di competizione nella selezione delle proposte di investimento delle banche e l'investimento di parte del patrimonio dell'ente"


ROMA - Inchieste all'Enpam per le perdite sui titoli derivati. La sede romana dell'ente previdenziale dei medici è stata perquisita questa mattina dagli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria della Guardia di Finanza. Sono stati sequestrati documenti, ricevute, rapporti e certificati degli ultimi cinque anni, per verificare la corretta gestione della fondazione. L'indagine è guidata dai pm romani Nello Rossi e Corrado Fasanelli. Il reato ipotizzato a carico di ignoti è la truffa.
Il "caso Enpam" è stato oggetto di un'inchiesta giornalistica di Repubblica pubblicata il 15 giugno scorso. In quell'occasione si dava conto delle denunce di alcuni membri del cda dell'Enpam e dei presidenti degli ordini locali dei medici di Ferrara, Catania, Potenza, Bologna, Latina) alla luce di quanto emerso da una consulenza della società sri Capital Advisers di Londra sulla gestione del portafoglio titoli della fondazione.
Il caso: Medici, la cassa è piena di titoli tossici
Il documento: "Una gestione poco trasparente"
Parodi scrive all'advisor: "Cambiate il giudizio"

Dal rapporto, già acquisito dalla magistratura, emergono punti "critici" in relazione all'assenza di competizione nella selezione delle proposte di investimento delle banche e l'investimento di parte del patrimonio dell'ente, a partire dal 2006, in derivati cdo (collateralized debt obligations), giudicati molto rischiosi.Secondo il report di Sri, se i contratti cdo venissero chiusi oggi la perdita per l'Enpam, che vanta un patrimonio di 7 miliardi di euro, sarebbe di 400 milioni di euro. Fonti vicine all'indagine sottolineano che le verifiche in corso riguardano solo la corretta gestione dell'ente e che non esistono allo stato preoccupazioni sulla tenuta dei conti.

"L'Enpam è parte offesa nella vicenda per cui oggi sono state effettuate una serie di perquisizioni negli uffici della sede di via Torino". Così l'avvocato Gaetano Scalise, legale di riferimento della fondazione. "L'indagine della Guardia di finanza - ha aggiunto - non potrà che confermare la correttezza del presidente e del consiglio d'amministrazione. L'Enpam si costituirà parte civile nei confronti di chiunque dovesse essere ritenuto responsabile delle condotte ipotizzate dal pubblico ministero"

11 ottobre 2011