EDITORIALE
Il 26 gennaio 2012 scrivevamo:
“…Si dice comunemente che quando il gioco si fa duro i duri incominciano a giocare: siamo di fronte a tempi decisivi ed è necessario che il nostro Sindacato cresca, si rafforzi e sappia svolgere il suo ruolo.
Speriamo che il 2012 ci permetta di sviluppare “discorsi” e, soprattutto, iniziative, fino ad oggi purtroppo solo abbozzate, uscendo da una routine seria ed onesta ma purtroppo anche inadeguata, capaci di proiettarci verso l’esterno in maniera efficace e rappresentativa.
Speriamo che il 2012, anno in cui siamo chiamati al difficile compito del rinnovo dell’organigramma nazionale, veda una compattezza del Sindacato capace di mettere alla porta i soliti “giochetti”, indegni di una classe dirigente sindacale che si rispetti, e di rigettare certi personalismi meschini, degni al massimo di qualche ridicola "checca paesana", ritrovando quello spirito autentico fatto di dignità e di sacrificio con il quale Roberto Anzalone fondò lo SNAMI.
Speriamo, in una parola, che si sappia fare lezione del passato evitando di ripetere vecchi errori, perché errare è umano ma perseverare è diabolico.
Noi ci rifiuteremo, tematicamente e per principio, di partecipare a qualsiasi contrapposizione interna ritenendo che un sindacato degno di tal nome ha e debba avere un solo avversario, che si chiama Parte pubblica, ed un solo compito che si chiama rappresentanza della categoria.
Il resto, passatemi se potete la citazione shakespeariana, “il resto è silenzio” ed è bene che tale resti…”
In data 11 ottobre 2012 leggiamo:
Cara Collega,Caro Collega.
Ho volutamente evitato di redarre i soliti programmi articolati perché vorrei progettare con Te lo Snami del futuro.
Ti aspetto al Congresso Nazionale di Tivoli per iniziare insieme da subito questo percorso.
Cordiali saluti
Angelo Testa
Ciò premesso diciamo:
Chi lo vorrà potrà esserci per progettare il sindacato del futuro.
Noi ci saremo e speriamo che ci siano tutti, ma proprio tutti...