24 gennaio 2014
Snami celebra il
medico “non sostituibile”.
Testa: cambiare
decreto Balduzzi
Medico di medicina generale non
sostituibile: così oggi trovano scritto i pazienti sul camice di 8 mila medici
di famiglia in tutta Italia. Gli iscritti al sindacato Snami si presentano ai
pazienti con un badge in cui sono ritratti cinque professionisti ma solo quello
in primo piano ha un volto. «E’ il primo passo di una stagione di lotte in cui
spiegheremo ai cittadini perché siamo contrari alle aggregazioni forzate
previste dal decreto Balduzzi e in cui chiederemo incontri alle istituzioni»,
dice il presidente Snami Angelo Testa. «In autunno porremo questionari a medici
e cittadini per vedere dalle risposte se si deve rimettere mano al decreto: la
sua spinta alle aggregazioni per farci coprire 24 ore su 24 le esigenze del
cittadino, ha come primo effetto quello di rimuovere il rapporto di fiducia. Se
un servizio va coperto 24 ore al giorno è chiaro che i medici devono ruotare
sul presidio e il cittadino non sarà mai sicuro di trovare il suo curante, che
è il suo riferimento sulle patologie e le prescrizioni. Oggi Snami ribadisce
che non siamo sostituibili come i farmaci, e che il decreto “finge” di dare di
più al cittadino estendendo orari di presenza del mmg, ma alla fine – con
l’obiettivo di fare economie - gli toglie il riferimento». Per la verità più che
lo stato sono le regioni al centro dell’accusa di voler snaturare la medicina
generale. «In realtà il decreto Balduzzi, che prefigura le convenzioni “a costo
zero” è stato voluto contro la volontà delle regioni. Se per la prima volta,
all’indomani di un’ipotetica approvazione della convenzione, i medici apriranno
la busta paga e invece di trovarci gli arretrati ci troveranno il taglio del
20% dello stipendio, destinato alle nuove aggregazioni, sarà colpa di una norma
dello stato e non dell’autonomia regionale. Oggi c’è la moda di far passare le
regioni come cattive e lo stato come buono, magari per aprire alla revisione
del Titolo V della Costituzione. Ma fu il governo a volere una legge di fatto
inapplicabile, e noi non lo dimentichiamo».
Mauro Miserendino