IL TESTO DEL DOCUMENTO PROPOSTO:
RUOLO UNICO IN MEDICINA
GENERALE
PREMESSA
Alla luce della riforma, in itinere, della Medicina
Generale in atto attraverso la Legge “Balduzzi”, che, fra i punti cardini,
ripresi anche dalla Conferenza Stato – Regioni, introduce il “ruolo unico” del medico
di medicina generale, c’è bisogno di fare chiarezza e di proporre una
definizione, con compiti, funzioni e prospettive chiare e precise, tali da
rendere inequivocabile la figura del medico di medicina generale che si vuole
creare.
In quest’ottica lo Snami propone quanto segue.
DEFINIZIONE
Per i compiti e le funzioni, previsti per lo svolgersi
della Medicina Generale, si conviene che
le stesse (funzioni) siano ricomprese nel ruolo unico, inteso come ruolo che
comprenda compiti a retribuzione oraria e a retribuzione a quota capitaria,
secondo modalità di ingresso, compiti e funzioni appresso definiti.
ACCESSO
L’accesso alla medicina generale, avviene, secondo una
graduatoria unica regionale, nelle singole AFT, con incarichi orari settimanali
a 38 ore, con pubblicazione di carenze, due volte l’anno nei mesi di marzo e
settembre.
COMPITI
Il medico che vince una carenza viene inquadrato nel ruolo
unico, nella AFT carente, con incarico a 38 ore settimanali, che svolgerà nelle
funzioni orarie previste nei compiti di continuità assistenziale, emergenza
territoriale,assistenza diurna nei distretti e nelle funzioni previste dalla
programmazione regionale ed aziendale, nell’ambito delle Cure Primarie.
Assistenza primaria
Qualora, secondo i parametri di calcolo delle carenze per
l’Assistenza Primaria (rapporto ottimale), si pubblicassero delle carenze per
un rapporto a quota capitaria, relative alla AFT di appartenenza, i medici con
incarico orario a 38 ore settimanali accedono, secondo l’anzianità di servizio,
obbligatoriamente, alla funzione di Assistenza Primaria con riduzione
dell’impegno orario secondo un rapporto fra scelte ed orario, calcolato secondo
lo schema appresso specificato.
(schema di
parametrazione fra rapporto orario e a quota capitaria: 38 ore /settimanali
corrispondono a 1500 assistiti , quidi
un ora di servizio = 39,47 assistiti)
PROCEDURE PER L’ASSEGNAZIONE DEGLI INCARICHI
In fase di prima applicazione si procede alla ricognizione
degli incarichi, portando tutti i medici operanti nelle singole AFT a 38 ore
settimanali, assegnando quote orarie fino al completamento del massimale
settimanale, sia ai medici operanti a quota oraria sia a quelli operanti solo a
scelta (quota capitaria) con scelte inferiore a 1200.
CRITERI DI INDIVIDUAZIONE
CARENZE
Prima della messa a concorso delle carenze orarie si
procede, a regime, a completare l’orario di servizio settimanale ai quei medici
che, sia in regime di compenso orario che di quota capitaria (secondo i
parametri sopra calcolati) , non abbiano il massimale orario di 38 ore
settimanali.
Il calcolo delle carenze orarie e di scelta capitaria (assistenza primaria) si fa esclusivamente sulla base del fabbisogno delle
singole AFT.
Si pubblicheranno carenze a 38 ore settimanali, quando ,
nelle singole AFT, non sarà possibile far espletare i compiti a quota orari in
maniera efficace, secondo i parametri di rapporto ottimale calcolati in
rapporto alla popolazione servita.
A tal proposito si calcola la presenza di un medico a
rapporto orario pieno ogni 4.000 abitanti. Il che vuol dire che per un AFT
media di circa 30.000 abitanti c’è bisogno di circa otto titolari a rapporto
orario equivalenti ad un monte orario di circa 304 ore settimanali. Quindi
quando nella AFT tutti i titolari (a quota oraria o capitaria) non riusciranno
a coprire il monte orario settimanale e si libera almeno un monte orario
settimanale di 38 ore, si pubblica una carenza.
Il rapporto ottimale per la funzione a rapporto a quota
capitaria resta fissato in un medico ogni mille abitanti con variazioni del
30%, su base regionale, come adesso normato.