"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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domenica 11 luglio 2010

'La sanità e i farmaci in Italia: le anomalie, i problemi e le possibili soluzioni' al Convegno 'La cura del Sistema sanitario nazionale (Ssn), priorità di intervento'


Roma, 8 giu. (Adnkronos Salute) - In Italia, tra il 2000 e il 2008, la spesa per prestazioni e servizi sanitari ha registrato una crescita del 26% e del 43% per i costi amministrativi e burocratici. Lo stesso non si può dire per la farmaceutica convenzionata, cresciuta solo del 5%. E' uno dei dati fotografati dallo studio 'La sanità e i farmaci in Italia: le anomalie, i problemi e le possibili soluzioni', presentato oggi a Roma al convegno 'La cura del Sistema sanitario nazionale (Ssn), priorità di intervento'. La ricerca è stata condotta dal Centre for Economic and International Studies (Ceis) dell'università Tor Vergata di Roma. L'appuntamento è stato organizzato da Fondazione Farefuturo, Italian American Pharmaceutical Group (Iapg) e Italianieuropei (Ie)."Lo studio - spiega Vincenzo Atella, docente di economia al Ceis - vuole illustrare alcune anomalie nella composizione della spesa sanitaria nazionale ed evidenziare possibili soluzioni per migliorare la sostenibilità del Sistema sanitario nazionale (Ssn)".Dalla ricerca emerge come, tra il 2001 e il 2007, ci sia stata una forte contrazione della spesa pubblica per farmaci, a fronte di una crescita della componente privata. Questa crescita è stata più forte nelle Regioni sottoposte ai piani di rientro. "Il nostro Ssn - afferma Mario Ciampi, presidente della Fondazione Farefuturo - è tra i migliori al mondo e il sistema è retto da principi di equità e solidarietà. Però emerge come tutti finanzino gli sprechi di pochi, non esiste più il concetto del 'chi rompe paga'". Lo studio analizza anche come l'attuale gestione finanziaria produca notevoli diseconomie all'interno del Ssn. Solo gli oneri finanziari per i ritardati pagamenti delle Asl ai fornitori, che si aggirano attorno ai 300 giorni, generano un'inefficiente allocazione delle risorse con una perdita di benessere per l'intera collettività. C'è poi uno scarso utilizzo dell'assistenza territoriale, confermato dal minor ricorso all'Assistenza domiciliare integrata (Adi). "La sanità va riformata come sistema - propone Pierfrancesco Dauri, presidente dell'associazione Faresanità - e dobbiamo cercare di ripensare un po' tutto, altrimenti avremo Regioni incapaci di gestire la loro sanità con fondi propri. Se la politica entra in sanità la spesa aumenta, bisogna quindi cercare modelli che depoliticizzino la sanità. La politica dei tagli oggi non va bene perché non riduce il deficit, e il blocco del turnover - conclude - è la fotografia del fallimento della politica in sanità".