"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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martedì 8 marzo 2011

“Circolare Brunetta” sulle certificazioni on line: il commento di Amedeo Bianco


(da portale.fnomceo.it)

È stata finalmente emanata la cosiddetta “Terza circolare Brunetta”. Partorita dopo una lunga trattativa tra il ministero per l’Innovazione, i medici e le Regioni, la Circolare esplicita meglio, ammorbidendoli, i criteri di applicazione delle sanzioni, in caso di violazioni nell’invio dei certificati di malattia on line. A due giorni di distanza, il presidente della FNOMCeO, Amedeo Bianco, ha rilasciato all’Ufficio Stampa, sull’argomento, la seguente intervista.

Allora, Presidente: questa Circolare placa le acque?

L’ultima Circolare del ministero per l’Innovazione, per molti aspetti, riporta tutta la complessa questione della certificazione on line di malattia nei suoi termini reali.
In primo luogo, si può rilevare che i risultati indiscutibilmente positivi degli invii, così come riferiti dal ministro Brunetta, sono il frutto della responsabilità dei medici, e non della paura delle sanzioni.
Tali risultati sono, infatti, stati raggiunti in un periodo di deroga formale dell’applicazione delle sanzioni stesse, e in un contesto di palese impossibilità tecnica di rilevare le violazioni, così come hanno ufficialmente dichiarato le Regioni. È risultato inoltre evidente che le finalità di questa innovazione, verso le quali anche la FNOMCeO - così come tutte le Rappresentanze delle Categorie professionali - ha dimostrato il proprio consenso, richiedevano un forte coinvolgimento e allineamento di tutte le responsabilità in campo: dalle amministrazioni centrali e periferiche - pubbliche e private - ai cittadini, dalle organizzazioni sanitarie ai professionisti. Ci pare che la Circolare, per libera scelta o per forza, ne abbia dovuto prendere atto.

Che ruolo ha giocato la FNOMCeO in questa partita?

La partenza era tutta in salita, stante le previsioni dell’articolo 55 – septies del provvedimento [decreto legislativo 30 marzo 2001, n°165, introdotto dall’articolo 69 del decreto legislativo 150 del 27 ottobre 2009, ndr] che, se ben ricordo, il Parlamento ha licenziato, in un clima di “caccia ai fannulloni”, tra i voti della maggioranza e le astensioni dell’opposizione.
Credo infatti – ma non spetta a me sottolinearlo – che la FNOMCeO si sia mossa con responsabilità, avendo ben presenti, da una parte, la bontà degli obiettivi e, dall’altra, la complessità della loro attuazione, inasprita dall’inadeguatezza dell’approccio politico al problema.

Vuole meglio esplicitare il quadro?

Mi riferisco, ovviamente, all’impianto sanzionatorio, che in varie occasioni abbiamo stigmatizzato come inutilmente muscolare, che scommetteva cioè più sulla minaccia che sul senso di responsabilità dei professionisti.
Ed è proprio questo che ha profondamente colpito e amareggiato noi medici, oltre ad alcune accelerazioni velleitarie e infondate sulla funzionalità del sistema: una sgradevole mancanza di rispetto, civile e professionale, per la nostra attività.

Questa vicenda dunque ha messo a dura prova la compattezza del fronte medico?

Qualche problema, indubbiamente, c’è stato, e forse c’è ancora. Ma è motivo di soddisfazione avere riscontrato, in questi mesi, una forte e sostanziale collaborazione e unità di intenti con tutte le Organizzazioni sindacali, nell’affrontare le questioni, nel formulare le proposte, nel condividere le soluzioni. A mio avviso, questa è stata anche un’occasione importante per consolidare i rapporti istituzionali con i nostri interlocutori fisiologici. il ministro della Salute, professor Ferruccio Fazio, e le Regioni: la loro discesa in campo è stata determinante nel definire questo equilibrio.

Si possono spegnere i riflettori, allora?

No, e per due ragioni. La prima, specifica, ci impone di seguire con estrema attenzione le applicazioni nei contesti regionali. La seconda, di carattere più generale, intende porre in evidenza un diverso approccio culturale e normativo ai contenuti e alle forme della certificazione medica.

Che cosa intende?

Voglio dire che la certificazione richiesta o dovuta al cittadino – pur non negando gli oggettivi risvolti amministrativi - è in primo luogo un delicato atto medico, che non deve comportare minacce o lesioni al rapporto fiduciario e confidenziale tra medico e paziente.
Vanno dunque evitate tutte quelle soluzioni normative che privilegiano l’aspetto amministrativo rispetto a quello professionale. E questo deve altresì far riflettere sul fatto che, fermi restando gli illeciti di carattere penale, un’inappropriata certificazione deve trovare riscontro disciplinare nel suo ambito naturale: quello deontologico.


25/02/2011 15:55 - Autore: a cura dell'Ufficio Stampa FNOMCeO