"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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sabato 11 giugno 2011

lettera di protesta (sacrosanta) dei Colleghi Trovato e Tontoli della ASL Caserta - Distretto 13

Al Commissario Straordinario ASL Caserta
Al Direttore Sanitario PO Maddaloni
Al Direttore del Distretto 13 dott. Claudio Marone
Al Presidente Comitato ex art 23 dott. Pasquale Izzo
Al Responsabile rapporti con i medici di medicina generale dott. Innocenzo Lombardi
Al Presidente Provinciale SNAMI dott. Pasquale Orlando
Al Responsabile Provinciale SNAMI dell'Asistenza Primaria dott. Filippo D'Addio
Al Presidente dell’Ordine dei Medici Caserta

     Ancora una volta ci troviamo di fronte ad episodi di inadempienza da parte dei colleghi medici ospedalieri, in particolare di quelli che operano nei pronto soccorso, che ci coinvolgono personalmente.
     Accade molto di frequente che all’atto della dimissione dei pazienti dai pronto soccorso, dopo aver diligentemente prestato loro le necessarie cure, i medici non indicano alcuna prognosi né redigono il dovuto certificato di malattia cartacea, non solo, ma li invitano a recarsi dai propri medici di famiglia per questa adempienza.
    Tale comportamento, che di per sé è illecito in quanto integra il reato di omissione di atti di ufficio nei confronti degli utenti interessati ( e ciò non ci tange), non solo determina dei gravi disagi a quei pazienti che si vedono costretti, nonostante la loro problematica, ad andare in giro alla ricerca del certificato dal proprio medico di famiglia, ma ci coinvolge emotivamente in quanto questi stessi pazienti, già provati dal disagio, ci costringono a redigere un certificato di malattia sotto il ricatto di una eventuale revoca perché non svolgeremmo un nostro compito che sarebbe già appartenuto a chi, precedentemente, aveva prestato le cure.
    Questi episodi che si reiterano nel tempo ci espongono a stress emotivi, impedendoci svolgere serenamente la nostra attività già di per sé abbastanza impegnativa da punto di vista del coinvolgimento psichico.
     Uno per tutti vale l’esempio che alleghiamo alla presente (e che coinvolge due sanitari del PS del PO di Maddaloni): arriva al nostro ambulatorio un paziente con una ferita lacero contusa suturata alla gamba il giorno precedente (domenica 29 maggio us) con la richiesta di un certificato medico di malattia perché non era stato redatto dal collega del PS; in tale occasione uno degli scriventi, il dottor Trovato, invita un familiare del paziente a recarsi in ospedale per farsi rilasciare la certificazione di malattia con una fotocopia della circolare del ministro Brunetta e la risposta di un altro collega (perché quello che aveva prestato il PS non era di turno) è eloquente.

Dott. Francesco Trovato
Dott. Francesco Tontoli
medici di famiglia del Distretto 13

Maddaloni 10 giugno 2011