"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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mercoledì 21 settembre 2011

Relazione tenuta il 22 ottobre 2010 al 2° Congresso Nazionale della Cooperazione di Medicina Generale

LE COOPERATIVE
NEGLI ACCORDI INTEGRATIVI DELLA CAMPANIA
 
     Sono il Presidente SNAMI per la regione Campania e porto i saluti del nostro Presidente Nazionale, dott. Angelo Testa.
     Lo SNAMI è stato presente negli ultimi tre anni a questo appuntamento ed anche quest’anno è lieto di portare il suo saluto a cui si somma questo mio piccolo contributo di idee.
     Uno dei miei maestri, interrogato a proposito di quali siano i compiti di un buon sindacalista, mi rispose: “fare dei buoni contratti e farli applicare”.
     Sotto questo aspetto in Campania siamo tutti dei cattivi sindacalisti visto che l’ultimo Accordo Integrativo Regionale è stato stipulato solo nel lontano 2003.
     L’argomento che cercherò di chiarire riguarderà il rapporto tra le cooperative i medici di famiglia ed il sindacato in particolare relativamente alla Regione Campania.
     Un tassello importante di questo discorso è stato posto proprio ieri grazie a quanto chiarito nel testo “Oltre le Convenzioni”, curato da Crescenzo Simone e Gianfranca Ranisio.
     Questo libro rappresenta una importante testimonianza e rafforza la mia convinzione che è l’operare pratico, il nostro “lavoro” di ogni giorno, ad essere poi trasposto in quelli che sono gli accordi scritti.
     C’è innanzitutto da dire che la promozione della medicina di gruppo rappresenta un elemento fondamentale che, eventualmente sviluppato nell’ambito delle cooperative, fornisce una potenzialità in più, basti pensare alla gestione al personale di studio.
     D’altro canto però vorrei sottolineare che l’esperienza presentata ieri in merito alla presenza degli specialisti nei nostri poliambulatori è un fatto fondamentale che si sta vivendo in prima persona in varie cooperative giacché da tre anni molte medicine di gruppo hanno avviato in Campania un discorso per la realizzazione di ambulatori dedicati riguardanti varie patologie tra cui l’ipertensione ed il diabete; ciò vuol dire che vi è in questi ambulatori la presenza, in determinati giorni e ad orari prestabiliti, del diabetologo, del cardiologo e di altre figure che concorrono al trattamento di queste patologie.
     Questa è una esperienza, però che, avviata in un determinato contesto e pur essendo valida fin da subito, svilupperà il massimo delle sue potenzialità quando sarà esportata su scala più ampia, vale a dire quando sarà possibile inserirla in un Accordo Integrativo Regionale.
     Per fare ciò sicuramente la presenza di cooperative mediche è senz’altro utile per una visione “strategica” capace di garantire efficaci modelli organizzativi.
     Un altro importante aspetto, che in Campania come sindacato SNAMI ci sta molto a cuore, riguarda una riflessione su quello che è l’effettivo ruolo di uno studio medico. Oggi lo studio medico è diventato, di fatto, un organismo complesso, poiché se andiamo – ad esempio - a concepire l’organizzazione di una medicina di gruppo abbiamo una grande complessità (vedi il personale, i problemi fiscali, la gestione dell’attività informatica, il problema delle banche dati ecc.) per cui piuttosto che andare a fare trattative per Accordi nei quali si va a chiedere 50 centesimi in più quando capita e se capita, noi dovremmo ridiscutere quello che è il ruolo del medico di famiglia nell’ambito delle prestazioni che va ad erogare, tutto ciò - per quanto riguarda la Campania – tenuto anche conto dello smantellamento di fatto della rete ospedaliera che stiamo già vivendo in maniera piuttosto traumatica.
     Cinghia di trasmissione tra l’ACN e l’AIR sono, secondo noi, le società scientifiche e le cooperative; l’ha detto il Collega Marotta poc’anzi e mi piace ribadirlo. Ieri si parlava molto di medico solista e devo dire che, senza trascurare quello che noi dello SNAMI chiamiamo “rapporto duale medico-paziente” stiamo andando indubbiamente verso le aggregazioni; io penso che nel superamento del medico solista e nell’integrazione del medico duale dovremmo creare un’orchestra dove ognuno suona uno strumento diverso, che sa suonare bene, e viene diretto in un determinato modo per creare una “musica" di alto valore.
     Credo che questo sia il nostro compito, che sia un compito complesso e rilevo che uno dei pericoli - emerso in maniera chiarissima anche da questi lavori - è che per le UCCP si realizzi quello che in filosofia è noto come eterogenesi dei fini e cioè che, mentre vi è la volontà dei medici di famiglia di gestire queste strutture attraverso le cooperative mediche, arriverà poi qualcuno “dall’esterno” e ci imporrà la “sua” gestione: in tale prospettiva invece di essere noi i protagonisti del nostro lavoro finiremmo per essere fatalmente, solo e semplicemente, “impiegati” di qualcun altro e questo, oltre al essere una cosa che non ci piace e non può piacerci, rappresenta un pericolo contro il quale necessario fare massa critica, cioè creare una unità della categoria.
     Il discorso sulle cooperative è venuto finalmente fuori, dopo anni, da una lettura spesso parziale se non addirittura manichea: inizialmente si riteneva, da parte di alcuni, che le cooperative avrebbero introdotto il regno di Saturno nella professione medica, da parte di altri, invece, si pensava che esse ne rappresentassero l’inferno.
     Esse non sono e non saranno mai né l’una né l’altra cosa ma rappresentano solo uno strumento che se usato bene può servire per raggiungere degli obiettivi che ci permetteranno di svolgere al meglio il nostro lavoro che è cambiato nel tempo: chi ha cominciato la propria attività venti o venticinque anni fa sa bene che oggi deve sapersi confrontare, come già sta facendo, con realtà profondamente diverse ed in continua trasformazione.
     Evidentemente ci siamo resi conto di quanto sia cambiata la professione e di come abbiamo l’obbligo di adeguarci a questi mutamenti, altrimenti finiremo per essere superati completamente da persone diverse che faranno scelte diverse e che hanno ben poco a che vedere non solo con le nostre esigenze di professionisti della salute ma anche, e soprattutto, con quelle dei nostri pazienti.

                 Dott. Giorgio Massara
   Presidente Regionale SNAMI Campania