"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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venerdì 13 aprile 2012

12 aprile 2012: approvato il documento ministeriale sul riordino delle cure primarie con l'accordo di tutti i sindacati. Assente volontario solo lo SNAMI che elaborerà finalmente - dopo gli Stati Generali del 17 marzo, il Comitato Centrale del 31 marzo e il Consiglio Nazionale del 1 aprile - in data 14 aprile, nell'ambito della Consulta delle Regioni, assieme ai Responsabili Nazionali dei Settori della Medicina Generale, la "sua" linea scevra da condizionamenti di sorta ed espressione dei medici che lavorano nel territorio (con alcune considerazioni di Alfredo Montefusco)


13 aprile 2012

Cure primarie e integrazione H-T,
ecco il documento d'indirizzo del Ministero

Ruolo e accesso unico, ristrutturazione del compenso, passaggio alla dipendenza del 118, integrazione ospedale-territorio con una doppia cabina di regia, a livello regionale e aziendale. Sono i passaggi salienti del documento ministeriale approvato ieri dal tavolo sul riordino delle Cure primarie, alla sua terza riunione dopo l'arrivo di Balduzzi al dicastero della Salute. Il testo è una sorta di memorandum che integra e sintetizza le proposte inviate nelle settimane scorse dai sindacati dell'area convenzionata e della dirigenza, una traccia di lavoro che Balduzzi porterà al tavolo dove con le Regioni discuterà il nuovo Patto per la salute 2013-2014. Frutto di una mediazione talvolta spigolosa (come dimostra il diverbio esploso davanti alla richiesta di Fp-Cgil per un abbassamento del massimale, bocciata dopo che la Fimmg si era messa in mezzo), il memorandum recupera tutti quei temi che sul riordino delle Cure primarie già godevano di ampia convergenza tra i sindacati. È il caso per esempio della ristrutturazione del compenso, a proposito della quale si propone una separazione tra fonti di finanziamento per la remunerazione dell'attività professionale (prevalentemente definite e quantificate a livello nazionale) e fonti necessarie ad acquisire i fattori di produzione. Passano senza difficoltà anche ruolo e accesso unico per ogni singola area convenzionale (Mg, Pls, specialisti ambulatoriali) così come l'integrazione mono e multiprofessionale, anche attraverso Aft e Uccp (con il distretto a fare da sede territoriale di riferimento), mentre l'integrazione tra medici convenzionati e dipendenti verrà guidata da tavoli aziendali e regionali che avranno per obiettivo quello di semplificare l'intero percorso di cura del paziente. Per quanto concerne il sistema dell'emergenza-urgenza, invece, lo schema ministeriale rivendica la necessità di una riorganizzazione che abbia al centro la continuità tra ospedale e territorio, con il passaggio alla dipendenza dei medici del 118. Sulla formazione, infine, si raccomandano consistenti sforzi per agevolare l'inserimento dei giovani medici nel mondo del lavoro, anche attraverso il completamento e perfezionamento del percorso formativo nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, comprese le forme organizzative evolute della medicina generale e della pediatria di famiglia.
 
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Dichiarazione ufficiosa 
del Segretario Organizzativo Nazionale
(fonte snamicaserta@gmail.com)
con allegato il documento ministeriale:
 
Di seguito il documento Ministero - Sindacato scaturito dalla riunione del 12 aprile 2012. Lo SNAMI non c'era, perché non condivide il fatto che una serie di riunioni indette per "l'integrazione ospedale - territorio" con la partecipazione di sigle di tutti i comparti, compresi i dirigenti, finisce per dare una linea per la riforma del territorio. Cioè si approfitta di un incontro programmato per altri fini, per dire agli operatori convenzionati del territorio cosa devono fare e come. Si ha il sospetto che questa integrazione sia a senso unico. La nostra linea la stiamo elaborando e, proprio domani, 14 aprile p.v, la Consulta delle Regioni del nostro sindacato, assieme ai responsabili nazionali dei settori della medicina generale, elaborerà la proposta complessiva di riforma delle cure primarie dello SNAMI.


Come sempre il nostro sindacato non si tira indietro, ma vuole elaborare una linea scevra da condizionamenti di sorta e, soprattutto, che sia espressione dei medici che lavorano nel territorio.

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Ecco il testo uscito dalla riunione ministeriale di ieri:

TAVOLO TECNICO RIORDINO CURE PRIMARIE
E INTEGRAZIONE OSPEDALE-TERRITORIO

Obiettivi da perseguire:

1. Presa in carico del paziente modulata su livelli di intensità assistenziale attraverso l'integrazione delle figure professionali
2. Appropriatezza delle cure
3. Riorganizzazione dell'assistenza territoriale incentivando le forme evolute di aggregazione dei professionisti
4. Promozione della sanità d'iniziativa

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a. Ruolo unico ed accesso unico per tutti i professionisti medici nell'ambito della propria area convenzionale (medicina generale, pediatri di libera scelta, specialisti ambulatoriali) al fine di far fronte alle esigenze di continuità assistenziale, di organizzazione e gestione, di prestazioni strumentali, di coordinamento informativo, di specifiche competenze cliniche richieste.
b. Integrazione mono-professionale e multi-professionale per favorire, l'integrazione ed il coordinamento operativo tra i medici di medicina generale in tutte le loro funzioni, i pediatri di libera scelta, gli specialisti ambulatoriali, anche attraverso la costituzione di AFT e UCCP, nonch é valorizzare l'integrazione tra i medici convenzionati ed i medici dipendenti, attraverso l'istituzionalizzazione di tavoli aziendali e regionali, facilitando l'intero percorso di cura del paziente.
c. Ristrutturazione del compenso prevedendo una distinzione delle fonti e dei meccanismi di finanziamento destinati alla remunerazione dell'attività professionale (prevalentemente definite e quantificate a livello nazionale) da quelle necessarie ad acquisire i fattori di produzione (attrezzature, personale, spese di gestione, spese automezzo, ecc.).
d. Sviluppo dell'ICT (Information and Communication Tecnology) che rappresenta uno strumento irrinunciabile sia per l'aggregazione funzionale sia per l'integrazione delle cure territoriali e ospedaliere ai fini di servizio, gestionali e di governo clinico, fermo restando quanto previsto al punto 3.
e. Individuazione nel distretto la sede territoriale di riferimento, strettamente legata  al territorio di competenza, dove attuare il coordinamento della gestione dell'assistenza.
f. Riorganizzazione del sistema di Emergenza ed Urgenza al fine di garantire una continuità tra ospedale e territorio, evidenziando la necessit à del passaggio alla dipendenza dei medici di emergenza sanitaria o comunque l'esigenza di una univocità di ruolo giuridico e contrattuale dei medici operanti nei servizi di emergenza.
g. Formazione dei professionisti: definire i percorsi formativi in maniera funzionale ai ruoli operativi specifici nell'ambito dell'integrazione professionale senza determinare sovrapposizioni, concorrenzialit à o utilizzo in funzioni improprie. Rimodulare il percorso formativo per facilitare l'inserimento nel mondo del lavoro dei giovani medici, completando lo stesso nelle strutture sanitarie ospedaliere e territoriali, comprese le forme organizzative evolute della medicina generale e della pediatria di famiglia, ad integrazione e perfezionamento del percorso universitario. Favorire lo sviluppo dei percorsi assistenziali ospedale-territorio per garantire la formazione continua dei medici anche attraverso processi formativi integrati che prevedono la partecipazione dei medici dipendenti e dei medici convenzionati ".

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Come si vede una vera e propria "controriforma" dove si intravede una sorta di pericoloso intersecarsi di ruoli fra dirigenti e convenzionati. Quello che traspare è una sorta di "ospedalizzazione" strisciante del territorio, dove gli operatori di quest'ultimo finiscono con l'essere una parte di un sistema che scarica sul territorio altre esigenze. Senza i "vantaggi" della dipendenza! La Medicina Generale o è "dominus" del territorio o non esiste più. Noi non vogliamo abdicare alla funzione di "regista" del percorso di salute che i pazienti che ci scelgono ci affidano.

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     Preoccupazioni condivisibili. Per questo è opportuno valutare una nuova forma giuridica di "contratto", poichè quella attuale è ridicola, vaporizzabile e nemmeno tutelata dall'art. 36 della costituzione.
     E' ridicolo! Mentre si pensa di sanare l'obbrobrio che vede ancora nel 118 personale dipendente affiancato da personale convenzionato, con una discriminante di diritti vergognosa e con un agravante di doveri per il convenzionato, si pensa, nella nuova riforma dell'assistenza primaria, di affiancare personale dipendente (dirigenti etc..) a medici convenzionati con un contratto vergognoso (MMG)!
     Propongo come primo punto la modifica giuridica della tipologia contrattuale nella quale ci hanno "obbligati" con fasulle chimere di " libera professione" che in verità non è mai stata così dipendente. Pure lo studio si sono preso, con la scusa che trattasi di presidio sanitario! Ma la tassazione non è defiscalizzata ed anzi lievita ogni anno. Orbene siamo seri, di che parliamo? Di chi dovrà in fine gestire i nostri pazienti? Di cui saremo responsabili professionalmente e civilmente e penalmente? Ci manca solo che il dirigente ci telefoni la mattina nello studio per dirci quale sarà l'obiettivo del giorno? Ma saremo verramente deficienti da aderire a tali progetti, come utili servi decerebrati? Siamo seri, parliamo chiaro! Puntualizziamo i temi ed informiamo tutti i colleghi, anche i dormienti ed i distratti.
     Speriamo bene! Auguri di buon lavoro a Tutti.

               Alfredo Montefusco