A fronte di quanto dichiarato il 17 aprile sul sito dell'ENPAM dal Presidente Parodi e dal Vicepresidente vicario Oliveti riteniamo utile ricordare quanto detto dallo stesso Oliveti dopo la "perquisizione" effettuata all'Ente dalla Guardia di Finanza nell'ottobre scorso: “Siamo felici per la velocità con cui la Guardia di Finanza ha eseguito le ricerche – ha dichiarato il vicepresidente vicario della Fondazione Enpam Alberto Oliveti –. Quest’ulteriore verifica è senz’altro positiva per i medici e gli odontoiatri italiani ai quali confermiamo che il loro ente previdenziale è una casa di vetro, dove tutto deve avvenire nella piena trasparenza”.
Ci chiedemmo, in quell'occasione, se il suo riferimento alla "casa di vetro" si riferisse alla trasparenza o alla fragilità e, di fronte agli sviluppi clamorosi dell'inchiesta, riteniamo che la nostra domanda non fosse del tutto peregrina.
In data 17 aprile, dunque, Oliveti ha affermato sul sito dell'ENPAM: “L’Enpam difenderà i medici nel loro diritto alle pensioni nei riguardi di tutti coloro per i quali venisse accertato un comportamento fuori legge. L’indagine in corso, che riconosce l’Enpam come parte lesa, mira ad accertare presunte responsabilità da parte di chi avrebbe raggirato il consiglio di amministrazione nella scelta di alcuni investimenti fatti in passato"
Il riferimento al passato - rafforzato dalla dichiarazione "... Tuttavia nessuna delle persone coinvolte gestisce ancora il patrimonio della Fondazione. Il nuovo consiglio di amministrazione, che si è insediato nell’estate 2010, ha fatto una serie di scelte di campo" - non tiene conto, o forse tiene troppo conto, del fatto che non è vero che "nessuna delle persone coinvolte gestisce ancora il patrimonio della Fondazione" in quanto Eolo Parodi, che è tra gli inquisiti, siede solidamente sulla sella più alta dell'ENPAM.
La dichiarazione di Oliveti sembra quindi suonare come una presa di distanza dal "vecchio" cioè da coloro che erano in carica fino al 2010 e dei quali sembrerebbe sia "sopravvissuto" il solo Presidente Parodi.
Va qui ricordato che fino al 2011 Alberto Oliveti è stato, tra l'altro, Segretario Generale Regionale della FIMMG Marche e che rappresenta uno dei numerosi casi di "occupazione", da parte del Sindacato maggioritario della Medicina Generale, degli Enti in genere e dell'ENPAM in particolare nel quadro di quella "commistione" tra Sindacati ed Enti che è, secondo noi, alla base della crisi di rappresentatività e di credibilità che travaglia la nostra categoria laddove alcuni "colleghi" di "alcuni" sindacati diventano prima sindacalisti a tempo pieno regolarmente stipendiati e poi si vanno a "piazzare" su qualche solida poltrona posizionandosi, di fatto, a distanza di anni luce da una classe medica che lavora facendo il medico sul serio e non l'aspirante burocrate.
La dichiarazione di Oliveti, il comunicato accorato, quasi da "bunker di Berlino" - sempre del 17 aprile - del Presidente Parodi ed il silenzio (almeno fino a questo momento) del sito FIMMG sull'argomento ("La verità ti fa male lo so" cantava qualche decennio fa la simpatica Caterina Caselli) fanno ipotizzare un riposizionamento del sindacato "maggioritario" della Medicina Generale volto a garantirsi, comunque vadano le cose, il mantenimento di una "egemonia", che sembrava ormai consolidata, sui vertici dell'Ente.
Il prezzo di tale operazione è però rappresentato dallo "scaricamento", in tempi brevi, di Eolo Parodi all'insegna del motto "...e il vecchietto dove lo metto?".
Post scriptum del 20 aprile: apprendiamo che il Presidente Parodi si è autosospeso dal suo incarico e che tale decisione verrà portata il 27 aprile in Consiglio di Amministrazione. Alla luce di ciò rettifichiamo quanto detto sopra: il "vecchietto" non è stato "scaricato" in tempi "brevi" ma "brevissimi".
Post scriptum del 20 aprile: apprendiamo che il Presidente Parodi si è autosospeso dal suo incarico e che tale decisione verrà portata il 27 aprile in Consiglio di Amministrazione. Alla luce di ciò rettifichiamo quanto detto sopra: il "vecchietto" non è stato "scaricato" in tempi "brevi" ma "brevissimi".
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