A loro la circolare numero 3 del ministro Brunetta, con le aperture approvate dall'Intersindacale su sanzioni e deroghe dall'obbligo certificativo, non piace. "Loro" sono i medici di famiglia dello Snami Lombardia, che minacciano di incrociare non le braccia ma i cavi se non vedranno accolte le loro richieste. Per cavi si intende il collegamento al Siss, il sistema informatico regionale: per il sindacato, infatti, la piattaforma continua a essere afflitta da malfunzionamenti che non solo impediscono la certificazione on line, ma ostacolano anche il raggiungimento di quelle percentuali di ricette informatizzate che scongiurano le trattenute previste dalla Convenzione. Di qui la minaccia di quello che si potrebbe definire uno sciopero dell'on line: «Per protesta ci staccheremo dal Siss per qualche giorno» riassume il presidente di Snami Lombardia, Roberto Carlo Rossi:
«e per quanto concerne le certificazioni ripiegheremo sul cartaceo ogni volta che il sistema ci obbligherà ad attese superiori al minuto». A meno che, come detto, il sindacato autonomo non veda accolte le sue richieste. Tre in tutto: immediata revoca delle sanzioni previste per l'inosservanza dell'invio on line delle certificazioni di malattia; retribuzione del tempo e degli oneri connessi agli obblighi della legge Brunetta; abrogazione della stampa in duplice copia dei certificati trasmessi telematicamente. E il consiglio di ripiegare sulla carta quando l'invio telematico incide sul tempo dedicato ai pazienti arriva anche da Snami nazionale: «Il compito clinico prevale su quello burocratico» si legge in un comunicato diffuso venerdì «e consideriamo malfunzionante un sistema che richieda più di un minuto per la trasmissione del certificato e l'assegnazione del numero di protocollo. Si raccomanda quindi a tutti i medici, qualora riscontrassero inefficienze del sistema e fossero quindi obbligati a effettuare la certificazione in forma cartacea, di indicare sul certificato che ciò è reso necessario dal malfunzionamento del sistema».