"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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lunedì 13 giugno 2011

EDITORIALE 13 giugno 2011 (in risposta ad una domanda del Collega Giuseppe Diodati)

     Mi sembra che lo SNAMI sia d'accordo ad accostarci al Pronto Soccorso.
     Si tornerà a fare i turni festivi e notturni alla nostra veneranda età?
                 Giuseppe Diodati
     Medico di Famiglia - Distretto 13

          Carissimo Peppino,
     Ti ringrazio per la tua domanda, sintetica e diretta, che mi offre la preziosa occasione di fare alcune precisazioni a cui tengo molto.
     lo SNAMI è un sindacato medico che pone alla base della sua filosofia la difesa della libertà professionale del Medico e la lotta senza quartiere ad ogni forma di burocrazia: questa è la diversità "antropologica" che ci separa da un "altro" Sindacato i cui dirigenti, a differenza dei nostri - oltre ad ad essere spesso animati dal "sacro fuoco" di dare una mano alla controparte (dimenticando che il rapporto tra la Parte Pubblica  e noi è, parafrasando Domenico Giuliotti, lo stesso che intercorre tra la verga di nocciuolo e le chiappe del culo) - fanno spesso carriera nell'ENPAM, nell'ONAOSI, nella Direzione Generale di AA.SS.LL. e in tutti i posti dove riescono ad infilarsi.
     Noi rileviamo una significativa diversità tra chi è convenzionato, in questo caso nella Convenzione Unica di Medicina Generale, e chi è dipendente e riteniamo che tra questi due profili professionali occorra fare, nel rispetto di entrambi, una netta differenza. Noi convenzionati, infatti, siamo meno protetti sotto il profilo delle tutele (non abbiamo la tredicesima nè la buonuscita, per farci le ferie paghiamo un sostituto e se siamo colpiti da malattia o da infortunio siamo sicuramente meno "coperti") ma, ricordiamolo sempre, siamo più liberi e non abbiamo nè "capi" nè "superiori".
     Noi vogliamo essere sempre più, anche in un momento difficile come questo, "padroni" nei nostri ambulatori che, al di là di manovre politiche rozze ed inconcludenti (vedi ad esempio il tentativo di tirare in ballo le Farmacie per fargli fare tutt'altre cose rispetto a quelle che dovrebbero fare) rappresentano la vera spina dorsale di un SSN che ormai fa acqua da tutte le parti.
     I nostri studi sono migliorati negli ultimi vent'anni, grazie a quello che ci abbiamo rimesso "di tasca nostra", in maniera evidentissima laddove gli Ospedali, specialmente al Sud, stanno diventando sudici cronicari da cui i Colleghi della Dirigenza Medica fuggono appena possono.
     Le clientele inette e sevili di "politicastri" vari imperversano nei ruoli dirigenziali di secondo livello, nelle nomenkature delle Direzioni Generali e dei Distretti, spesso ridotti a "cimitero di elefanti" per prepensionandi più o meno "acciaccati", magari sprovvisti addirittura di qualsiasi tipo di esperienza nell'area della Sanità Pubblica che non  va considerata affatto una sorta di ripiego per chi ha voglia di fare poco o niente facendo il "bello" a spese degli altri e portandosi a casa lo stipendio ma bensì il motore,  la premessa indispensabile, per il buon funzionamento dell'SSN.
     La medicina generale, specie quella rappresentata dallo SNAMI, in questi venti e più anni si è tenuta fuori da questo tipo di giri perversi: ciò che ci ha fatto e ci fa forti non è l'ossequio al potente di turno - di cui ce ne "sbattiamo" clamorosamente - ma il rapporto fiduciale, duale, con i nostri pazienti.
     Loro ci scelgono e noi li curiamo e questo è e deve essere sempre di più il nostro orgoglio perché siamo "liberi professionisti" convenzionati con il SSN, cioè uomini liberi e tali intendiamo restare.
   Ciò premesso, ti tranquillizzo in merito alla tua spinosa domanda: noi, così come i Colleghi della Continuità Assistenziale, con il Pronto Soccorso non abbiamo nulla a che vedere se non per il fatto che chi opera in tale struttura ci può rimandare i cosiddetti "codici bianchi" che sono di nostra competenza.
     Restiamo dunque saldamente nei nostri studi, messi su con molti sacrifici che abbiamo fatto e che stiamo facendo, all'insegna del motto "hic manebimus optime": facciamo, come sempre, la nostra professione con coscienza, non sentiamoci secondi a nessuno rispettando tutti e chiedendo a tutti di ricordarsi del fatto che se la Sanità italiana, bene o male, funziona ancora è, anche e soprattutto, grazie a noi.
     Con l'affetto di sempre
                                     Giorgio Massara