"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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domenica 3 luglio 2011

Manovra economica del Governo Berlusconi: durissime critiche di Angelo Testa (Comunicato Stampa SNAMI Nazionale e due articoli del Sole 24ORE Sanità)


 
Manovra, il coro degli scontenti
da Il Sole 24ORE Sanità
1 luglio 2011

     «Il giudizio» sulla manovra «è di forte preoccupazione. Serve una operazione verità da parte del Presidente del Consiglio: deve dire ai cittadini quali servizi la repubblica italiana è in grado di assicurare». Così Vasco Errani, presidente della Conferenza delle Regioni ha commentato la manovra approvata ieri dal Consiglio dei ministri .
     «Con la manovra - aggiunge Errani- si fa un intervento pesantisismo sulle regioni e gli enti territoriali, ma il problema non sono le regioni o i comuni, sono i servizi per i cittadini». «Il problema in questo Paese - conclude - sono le politiche del lavoro, per le donne, per i disoccupati. Su questo, non c'è niente». E oltre alle Regioni sono scese in campo tutte le categorie "colpite" dalle misure.
     La misura in legge finanziaria che, se confermata costringerà le aziende farmaceutiche a ripianare il 35% del rosso della spesa per farmaci in ospedali, pari a circa 800 milioni, colpisce, secondo il parere del neo presidente di Farmindustria Massimo Scaccabarozzi, «l'innovazione che è stata portata negli ospedali con cure innovative e importanti».
     «Sono molto sorpreso - ha spiegato - nel senso che avevamo avuto raccomandazioni da parte delle istituzioni che il settore farmaceutico non sarebbe stato intaccato dalla manovra. Inoltre non si è avuto il coraggio di andare nelle direzione della responsabilizzazione degli attori come le regioni che sono i veri responsabili della spesa. Stiamo perdendo un'opportunità e questa notizia sta facendo il giro del mondo nel nostro settore».
     Le istituzioni sanno, ha aggiunto il presidente degli industriali del Farmaco, «che il tetto di spesa per la farmaceutica è iniquo e con questa norma non si ripiana lo splafonamento del tetto ma si chiede di rifinanziare la spesa farmaceutica. Mi auguro - ha concluso - che ci sia possibilità di revisioni perchè abbiamo proposte per rendere la spesa sostenibile. Speriamo si trovi una soluzione perchè interventi come questi non siamo necessari». Ma mentre le industrie del farmaco sperano in una soluzione, i medici si preparano ad azioni di lotta.
     «La manovra economica varata ieri dal Governo è, nei suoi capisaldi, un film già visto», ha detto il segretario nazionale dell'Anaao, Costantino Troise, che rileva come per il Governo il risanamento dell'economia italiana passi, ancora una volta, solo per le tasche dei dipendenti pubblici ed il taglio dei servizi.
     «Lo scorso anno - afferma Troise - abbiamo scioperato per chiedere una maggiore attenzione alla sanità. E oggi, evaporati i tagli dei costi della politica ed esonerato il settore privato, a rimettere in ordine i conti pubblici, e con effetto immediato, sono chiamati i soliti noti, enti locali e dipendenti pubblici, con medici e dirigenti sanitari del Ssn particolarmente tartassati.
     A dispetto delle affermazioni del ministro Brunetta, il congelamento dei contratti e dei livelli retributivi riduce il potere d'acquisto delle retribuzioni dei medici pubblici almeno del 20%, senza contare le ripercussioni previdenziali, mentre un esasperato blocco del turn over, divenuto negli anni un cappio al collo del sistema sanitario, peggiora le condizioni del loro lavoro.
     Il blocco contrattuale di 5 anni, accompagnato dalla previsione della indennità di vacanza contrattuale per il periodo 2015-2017, recita un requiem per il contratto nazionale di lavoro mentre il tetto ai livelli retributivi segnala che per i pubblici dipendenti il guadagno è reato. Se sono state esonerate dal blocco del turnover alcune categorie è perché le comunità non possono essere private di chi interviene in caso di incendi o di atti criminali. Ma possono essere lasciate senza Pronto Soccorso e senza organici medici adeguati? La sicurezza dei cittadini non riguarda la loro salute?
     Una bomba ad orologeria fatta di ulteriori strette sul costo del personale, sugli organici e sugli standard organizzativi, oltre che di tickets e tetti, minaccia il Servizio sanitario che rischia di essere ridotto dalle due manovre, e dalla fuga dei medici e sanitari pubblici, ad un sistema povero per i poveri. Il che è fortemente miope perché non investire nella sanità delegittimando i medici pubblici significa indebolire i diritti, e la salute dei cittadini con costi maggiori».
     «Nessuna manovra correttiva può essere considerata equa se salvaguarda rendite e privilegi per penalizzare il lavoro, tantomeno quello dei medici del Ssn chiamati a tutelare, in condizioni sempre più gravose e rischiose, un bene prezioso e costituzionalmente garantito quale la salute dei cittadini.
     L'Anaao - conclude Troise - si attiverà, insieme alle altre organizzazioni sindacali di categoria per cercare di correggere i passaggi più pericolosi della manovra economica 2011-2014».
     «Via le mani dalle tasche dei medici, non siamo disponibili a subire ulteriori tagli come quelli ipotizzati da qualcuno nella prossima Finanziaria», ha commentato il presidente nazionale Cimo-Asmd Riccardo Cassi.
     «I dottori del Sistema sanitario nazionale che con tanti sacrifici assicurano l'assistenza in prima linea ritengono che questa situazione non sia più tollerabile - ha dichiarato Cassi - ma sono disponibili a dare il proprio contributo per riorganizzare e rendere efficace la rete ospedaliera e i servizi territoriali. Per Cimo è prioritario l'obiettivo di ordinare i conti dello Stato ma abbattendo gli sprechi della politica e combattendo l'evasione fiscale e non penalizzando la categoria dei medici».
     «Basta prendersela con chi non fa parte della casta e non è privilegiato - ha concluso il presidente di Cimo - il governo deve smettere di accanirsi contro i medici dipendenti che pagano regolarmente le tasse e deve iniziare a razionalizzare il sistema e le spese, potando i rami secchi».
    Grande preoccupazione sulla manovra da parte dei medici di famiglia della Fimmg, che hanno convocato la segreteria nazionale per il prossimo 9 luglio a Roma. Ad annunciarlo è il segretario nazionale, Giacomo Milillo. «Ci giungono notizie preoccupanti circa il possibile allungamento di un anno dei blocchi contrattuali che ci vedrebbero coinvolti come i pubblici dipendenti - precisa in una nota - Il blocco sembrerebbe inoltre esteso anche agli accordi regionali. Registriamo con grande preoccupazione queste notizie e ci impegneremo ad agire di conseguenza qualora fossero confermate». Per i medici di medicina generale «non si tratta solamente di vedere i propri compensi bloccati come per l'area della dipendenza - conclude Milillo - ma di vedersi inoltre bloccata la quota di finanziamento, soprattutto per il pagamento del personale, con possibili ricadute sui livelli occupazionali dei dei dipendenti degli studi medici. Questo è intollerabile»
     «Siamo molto contrariati dalla manovra economica uscita ieri dal Consiglio dei ministri e a breve ci sarà un incontro per valutare lo sciopero contro questo provvedimento che ci penalizza due volte». A promettere battaglia Angelo Testa, presidente del Sindacato nazionale autonomo medici italiani (Snami), che spiega: «Non solo il nostro stipendio non potrà essere adeguato fino al 2014, per via del blocco sui contratti, ma diminuirà progressivamente per assorbire il continuo aumento del costo dei fattori di produzione, visto che non si è provveduto alla tanto auspicata separazione dall'onorario di spese quali luce, gas, affitti, benzina, personale. Siamo disposti, come tutti, ai sacrifici, ma chiediamo che venga al più presto avviata una trattativa per discutere la riforma della struttura del compenso che i medici di famiglia attendono da anni. Non provvedere a questa richiesta sarebbe come pretendere che i medici di Asl e ospedali si facessero carico dell'aumento delle spese sostenute dalle strutture in cui lavorano». Lo Snami, ricorda Testa, è già in stato di agitazione per la questione dei certificati di malattia e arrivare allo sciopero non sarebbe un passaggio difficile. Il sindacato esprime perplessità anche sugli altri punti della manovra, tra i quali la previsione di aumento per il Fondo sanitario nazionale dello 0,5% nel 2013 e dell'1,4% nel 2014: «Ancora una volta si riducono gli investimenti invece di agire sugli sprechi, che sono enormi, e non solo in Sanità. Ci chiediamo, a questo punto, come si riuscirà a garantire gli standard di qualità con cui finora sono state erogate le prestazioni. E' una manovra senza coraggio: dove sono finiti i provvedimenti sui costi della politica?».
     La manovra economica contiene una «miscela esplosiva» di provvedimenti per il sistema sanitario, che rappresentano «un'insopportabile ingiustizia per i medici pubblici, che oggi vengono trattati come una voce sacrificabile, un capitolo di bilancio sul quale fare cassa», ha affermato Massimo Cozza, segretario nazionale della Fp-Cgil Medici che chiede al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, di «tornare indietro», perchè «i medici, già costretti a lavorare in condizioni disagiate, sono esasperati», aggiunge Cozza. I provvedimenti sui quali occorre un ripensamento, secondo la Fp-Cgil, sono un ulteriore congelamento dei contratti, il prolungamento del blocco del turn over e i tagli in sanità. «Il 5 luglio, nella riunione intersindacale, la Fp-Cgil Medici - prosegue il segretaio nazionale - è pronta a concordare unitariamente ogni forma di protesta».

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Manovra 2011: via libera di Palazzo Chigi

Salta per il momento il ritorno automatico dal 1 gennaio 2012 del superticket da 10 euro su visite specialistiche e analisi: si vedrà a fine anno se il Governo lo rifinanzierà. E spunta a sorpresa una tassa a carico delle industrie farmaceutiche: dal 2013 pagheranno il 35% del rosso della spesa per farmaci in ospedale, almeno 800 milioni.
Il decretone sbarcato in Consiglio dei ministri - la cui discussione sarà avviata al Senato e sul quale Silvio Berlsuconi ha già annunciato che il Governo porrà la fiducia - ha riservato come di consueto altre novità sui tagli alla sanità. Confermando però risparmi totali crescenti che fin dal 2013 supereranno abbondantemente i 4 miliardi l'anno, in attesa che gradualmente i costi standard facciano il loro effetto, oltreché sulla qualità dei servizi, anche sul versante della minore spesa complessiva.
Personale, farmaci, acquisti di beni e servizi, prezzi di riferimento, tetto di spesa per i dispositivi medici, mega ticket dal 2014: questi i capitoli più spinosi della manovra che trova già contro di sé i fucili spianati sia delle Regioni che di tutte le categorie coinvolte.

Il menu dei tagli

Si comincia dal Fondo nazionale: rispetto al 2012 crescerà solo dello 0,5% nel 2013 e dell'1,4% nel 2014: un'intesa coi governatori dovrà sancire la strada per contenere la spesa. Ma le linee guida sono già fissate. Eccole.
Anzitutto i farmaci. Dal 2013 - se sarà confermato nel testo finale - il deficit della spesa farmaceutica ospedaliera (rosso di 2,2-2,4 miliardi previsto per quest'anno) sarà per il 35% a carico delle industrie farmaceutiche (oggi pagano tutto le Regioni) in proporzione ai singoli fatturati delle imprese. Se entro il 30 giugno non sarà pronto il regolamento per definire il pay back a carico delle industrie, sempre dal 2013 scatterebbero norme più efficaci sulla spesa in farmacia per incentivare l'uso dei generici: in questo caso il tetto di spesa territoriale scenderebbe dal 13,3 al 12,5% dell'intera spesa sanitaria. Ancora sui farmaci si prevede la riorganizzazione dell'Aifa con un «diritto annuale» (una tassa) a carico delle imprese che chiedono l'autorizzazione in commercio dei prodotti.
Altro capitolo portante è la sforbiciata agli acquisti di beni e servizi, con un primo assaggio da luglio 2012 dei prezzi di riferimento per comprare al meglio dispositivi medici, farmaci ospedalieri e prestazioni e servizi sanitari da individuare, sicuramente i più costosi. Nel mirino anche l'acquisto di prestazioni dal privato accreditato. Ma i risparmi, attesi fin dal 2013, dovranno puntare anche sui dispositivi medici con tanto di un nuovo «tetto» di spesa del 5,3% nazionale e regionale. L'effetto di risparmio si moltiplicherebbe con i costi standard; e le Regioni, in caso di spese extra tetto, pagheranno da sé i deficit, tranne quelle con i conti a posto.

Personale nel mirino

Il blocco dei contratti di tutto il personale dipendente così come delle convenzioni (medici di famiglia e pediatri, specialisti ambulatoriali, guardie mediche) durerà fino al 2014. E insieme continuerà lo stop al turn over negli ospedali, con eccezioni per i primariati nelle Regioni sotto piano di rientro, che avranno anche più armi nel blocco dei pignoramenti che prosegue fino a tutto il 2012. Nel 2013-2014 proseguirà poi la stretta sui costi del personale (+1,4% sul 2004), sugli organici anche dei precari e sugli standard organizzativi negli ospedali.

I ticket che verranno

Dal 2014 lo Stato potrà introdurre ticket, anche aggiuntivi a quelli già esistenti, sui farmaci e su «tutte» le prestazioni sanitarie. E potrebbe non essere poca cosa: nel 2014 dovranno coprire il 47% della manovra necessaria, se non ci sarà intesa con le Regioni. Per evitare la raffica di nuovi ticket, in ogni caso, le Regioni potranno indicare misure alternative con proprie risorse, se mai ce la faranno, ma rigorosamente da certificare ai tavoli col Governo.
Sul superticket da 10 euro per visite e analisi, infine, il Governo ha deciso di prendere tempo, visto il negativo impatto mediatico del ritorno automatico del balzello dal 2012. Lo Stato pagherà intanto i 486,5 milioni che mancano da giugno a dicembre. Ma nel decreto non dice più che dal 1 gennaio il superticket tornerà automaticamente in vita, senza però negarlo. Nei fatti, senza finanziamento, il superticket tornerebbe però in vita. Tutto dipende evidentemente da eventuali interventi compensativi a fine anno. Come dire che il superticket per adesso non è più dietro l'angolo, ma potrebbe rispuntare. Insomma, c'è, ma non c'è. Forse sì, forse no. Si vedrà a fine anno.