"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

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domenica 25 settembre 2011

Riordino Cure Primarie - bozza di Parte Pubblica: lettera di Pasquale Orlando

          Caro Giorgio,

     vorrei intervenire sulla questione della bozza di riforma delle cure primarie, visto che, domani sarò il portavoce del nostro sindacato a Roma. Il Presidente ha, giustamente, coinvolto tutti i quadri dirigenti, considerato anche il breve preavviso per la riunione, affinchè dessero il loro contributo. Devo dire che i fatti gli hanno dato ragione, visto il numero degli interventi e della qualità delle risposte e, in alcuni casi, delle proposte. Personalmente vorrei, come detto sopra, intervenire con delle considerazioni di fondo che, assieme ai suggerimenti pervenuti, saranno alla base della posizione SNAMI.
     Bisogna doverosamente premettere che l'art 8 della 502/92 e s.m.i. è la legge attuale, nella quale ci sono già tutte le indicazioni sulle quali si sono elaborate le ultime tornate contrattuali. Voglio dire che, volenti o nolenti, le basi sono già scritte nella legge e, noi, coerentemente alla decisione di esserci per difendere gli interessi della Categoria, abbiamo deciso in tempi non lontani di partecipare e di firmare gli ACN, anche se con una dichiarazione a verbale significativa. Questa volta, però, la proposta di riforma ha, a mio avviso, oltrepassato un limite che, ogni sindacato, indipendentemente dalla sua posizione in materia, non può accettare. Mi riferisco al fatto, ormai evidente, che questa riforma di una legge "quadro" assomiglia sempre più ad un atto di indirizzo.
     Qui infatti non siamo di fronte ad un semplice indirizzo su come deve essere strutturata l'assistenza territoriale, ma si pretende anche di dettare delle norme che, essendo il nostro rapporto convenzionale di diritto "privato", non possono che essere decise dopo, appunto, una contrattazione, sia pure in quadro di leggi generali. Si pretende,in questa specie di riforma, di dettare il limite orario ( le fatidiche 38 ore settimanali), di dettare quali siano le attività libero professionali che si devono o si possono fare, di fare un ricorso alla dipendenza in una situazione "fluida" senza spiegare come, con quali fondi e soprattutto, per quali fini. Semplicemente di definisce un "quasi contratto" per legge, accogliendo, se si legge bene, i desiderata delle regioni che vogliono vederci, non quali attori e "deus ex machina" della medicina generale, ma delimitarci ad un ruolo di controllo e come facili Capri espiatori delle loro disfunzioni.
     Il tutto, fra l'altro, sempre a nostre spese; facendoci restare libero professionisti con tutte le spese a nostro carico. Anche le associazioni multiprofessionali ( UCCP) quando vengono fornite dalle ASL, alla fine precedono solo un orario MINIMO di 38 ore settimanali, senza chiarimenti sulla natura giuridica del rapporto di lavoro! Se passa un simile orientamento; allora, a mio avviso, noi come sindacato non potremo fare altro che firmare, questa volta si, degli ACN che assomiglieranno pericolosamente ai trattati imposti da Brenno, capo dei Galli Senoni, a Roma. Noi, saremo capaci di trovare il nostro Furio Camillo!?
     A domani

          Pasquale Orlando