Cari amici dello SNAMI Veneto,
apprendiamo dalla stampa quanto sotto riportato. Pensiamo sia utile conoscere (e far conoscere) su tale tema la Vostra posizione e le iniziative in merito da Voi promosse.
Nel frattempo, nella speranza di fare cosa grata a tutti, pubblichiamo, in coda all'articolo del "Giornale di Vicenza", la delibera in questione, completa di allegato A.
Nel frattempo, nella speranza di fare cosa grata a tutti, pubblichiamo, in coda all'articolo del "Giornale di Vicenza", la delibera in questione, completa di allegato A.
Grazie dell'attenzione
23 ottobre 2011
SANITÀ
È stata licenziata la delibera che prevede un piano sanitario proiettato più sul territorio e meno sugli ospedali.
È stata licenziata la delibera che prevede un piano sanitario proiettato più sul territorio e meno sugli ospedali.
Prima in sinergia con la guardia medica e coi distretti saranno reperibili dalle 8 alle 20. Poi 24 ore su 24: tempo due anni.
La delibera è fatta. Ora bisogna tradurla in concreto. Non più una sanità ospedalocentrica, ma un piano di salute proiettato a 360 gradi sul territorio. Insomma, meno ospedale e più territorio. Il restyling dell'assistenza nel Veneto parte dal provvedimento approvato dalla giunta regionale che dà il via all'epoca di un nuovo sistema di cure primarie basato sulle medicine di gruppo che operano in rete e chiude per sempre il tempo del medico di famiglia che lavora da solo.
La delibera è fatta. Ora bisogna tradurla in concreto. Non più una sanità ospedalocentrica, ma un piano di salute proiettato a 360 gradi sul territorio. Insomma, meno ospedale e più territorio. Il restyling dell'assistenza nel Veneto parte dal provvedimento approvato dalla giunta regionale che dà il via all'epoca di un nuovo sistema di cure primarie basato sulle medicine di gruppo che operano in rete e chiude per sempre il tempo del medico di famiglia che lavora da solo.
Quando la nuova organizzazione sarà davvero a regime, il cittadino potrà trovare vicino a casa un'organizzazione sanitaria che mette a disposizione tutti i medici di medicina generale, in sinergia con la guardia medica e con i distretti socio-sanitari delle Ulss. In un primo tempo dalle 8 alle 20, poi 24 ore su 24 per 7 giorni su 7. Si potrà trovare un medico in qualsiasi momento del giorno e della notte per una visita, una diagnosi, una prescrizione. Se il proprio medico di fiducia è assente ce ne sarà un altro in grado di poter entrare con gli strumenti informatici nella cartella clinica del paziente. Grazie al sistema in rete i medici del territorio potranno colloquiare fra di loro e con i colleghi dell'ospedale. Le medicine di gruppo integrate saranno potenziate da infermieri e impiegati amministrativi, per cui i medici avranno più tempo da dedicare all'assistenza ai pazienti, facendo da filtro per i codici bianchi, assorbendo cioè quella massa di accessi impropri che oggi fanno pressione sul pronto soccorso dell'ospedale.
I camici bianchi del territorio saranno meno burocrati e più medici. Un'operazione che vale oltre 20 milioni di euro, che sarà seguita, passo passo, fino alla sua attuazione da una commissione tecnica regionale, e che vedrà scendere in campo a fianco medici organizzati in gruppo le cosiddette Aft, le "Aggregazioni funzionali territoriali", 3 per ogni distretto, con il compito di coordinare i singoli team, non meno di 15-20 camici bianchi, chiamati a vegliare su non più di 30 mila assistiti.
Ma quando si comincerà? «I due anni indicati dalla delibera- spiega Silvio Roberto Regis, segretario provinciale e regionale della Fimmg - ci vorranno tutti, ma, se la commissione regionale realizzerà in breve le attività previste, si potrà cominciare a mettere mano all'organizzazione nei primi mesi del 2012». Regis, con la Fimmg Veneto, è fra i fautori della prima ora di questa rivoluzione copernicana della sanità pubblica nel Veneto. «L'abbiamo condivisa dall'inizio. C'era da garantire un sistema uniforme per tutti evitando che ci fossero cittadini di serie A e di serie B. Ha il merito di anticipare i contenuti del nuovo Piano regionale socio-sanitario e di applicare una norma del contratto nazionale declinata secondo l'organizzazione veneta. Non era più possibile che sul territorio ci potessero essere medici singoli, in rete, in gruppo, nelle Utap. Si rischiava una parcellizzazione che alla lunga avrebbe innescato grosse difficoltà sociali. Ora tutti i medici lavoreranno nelle medicine di gruppo e dove già esistono verranno potenziate, integrandosi con le guardie mediche e con il forte supporto dei distretti. E' una scommessa organizzativa».
Per Regis la rivoluzione sarà soprattutto culturale: «Dovremo far capire al medico che è iniziata una nuova era, che non si potrà più lavorare da soli, che la rete sarà assicurata dall'informatica, che ognuno di noi non sarà solo il medico di fiducia di chi lo ha scelto ma anche un medico di comunità sempre disponibile ad assistere i pazienti dei colleghi. Probabilmente non sarà una cosa semplice per i medici di famiglia più anziani, ma il sindacato sarà accanto a loro per aiutarli nella fase di cambiamento Anche i cittadini dovranno capire che per una visita sarà sempre necessaria la prenotazione, ma i vantaggi ci saranno tutti. Migliorerà la qualità della prestazione, l'organizzazione sarà capillare, e si apriranno occasioni di lavoro per il personale impiegatizio e infermieristico che dovrà operare nelle medicine di gruppo».
Franco Pepe
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(si ringrazia il Dott. Assuero Musco per la collaborazione)