"Dal sacro Monte Kailash, nel Transhimalaya, oltre la linea delle piogge, discesi all'estremo del Capo Comorin, dove le acque di tre antichi mari si congiungono. Ed oggi so che in ambo gli estremi vi sono templi". (Miguel Serrano)

scrivici a: campania@snami.org

----------------------------- accessi al sito negli ultimi 30 giorni ----------------------------

BACHECA

- sabato 20 e domenica 21 giugno il Comitato Centrale si riunisce a Tivoli

- venerdì 23 maggio 2014 è stata stipulata la Convenzione SNAMI Campania-Club Medici che, tra i vari servizi, offre una polizza assicurativa per la responsabilità civile professionale

------------------------------------ il quadro della settimana ------------------------------------

------------------------------------ il quadro della settimana ------------------------------------
------------------------ Edwin Austin Abbey 1852-1911 The Castle of Maidens 1893-1902 ------------------------

poesia

poesia
--------------------------------------------- clikka sul testo e vai a "Poesia" ---------------------------------------------

martedì 17 luglio 2012

il medico di famiglia deve comunicare all'INPS il decesso di un suo paziente? un articolo di giornale alquanto "bizzarro" commentato da Peppino Diodati e da Antonio Merola

          Cari Amici,
       ogni giorno una cosa nuova!
     Ora leggo su "LEGGO" (vedi sotto) che la sfera delle responsabilità del medico di famiglia potrebbe (secondo l'articolo è agli accertamenti) ampliarsi: il medico di famiglia (e non un Ente pubblico) dovrebbe trasmettere all'INPS il decesso di un suo paziente.
     Potrebbe essere ritenuto altrimenti responsabile anche di eventuali pagamenti ad eredi poco o per niente onesti che continuano dopo il decesso a percepire la pensione del congiunto.
     Mi chiedo se il certificato redatto per l'ISTAT non sia un atto formale in questo senso, visto che ce lo fanno fare prima dell'ingresso dell'estinto nella sua ultima dimora. Oppure è l'ennesima aggressione mediatica alla categoria? E per i decessi in ospedale e fuori zona come la mettiamo?
     Ciao a tutti

               Peppino Diodati




          Cari Amici,
     ho letto l’articolo. Il capoverso finale, a proposito di un eventuale colpa del Medico di Famiglia, è di un’idiozia infinita. Purtroppo devo citare le norme vigenti per spiegare il perché di tale scempiaggine. Io ho un modulo prestampato da alcuni anni che inizia testualmente: visto “ … l'art. 27 del D.P.R. 270/2000 e l'art. 41 comma 6 del nuovo   A.C.N. (G.U. n. 134/2006), comunico il decesso dell’’assistito …”.
     Ebbene, quando protocollai la prima volta il decesso del mio assistito, alla ASL ci fu quasi una levata di scudi, poiché la norma dice testualmente che il medico “può”, non “deve”, comunicare il decesso del proprio assistito per la cancellazione dall’anagrafe assistiti. Nonostante ciò, mi imposi ed ora mi sembra che lo facciano quasi tutti i medici del mio distretto. Per un motivo semplice: a volte il medico può non venire a conoscenza di un proprio assistito. Come capitò a me, con il decesso di uno straniero temporaneamente residente (come si dice? Extracomunitario?), di cui non ero neanche a conoscenza che fosse iscritto con me.
     Ciò premesso, come abbiamo avuto modo di discutere a proposito della certificazione ISTAT, “conviene” al medico comunicare il decesso di un assistito (per non farsi pagare le quote), ma in effetti non dovrebbe farlo, poiché i morti vengono automaticamente cancellati dall’anagrafe assistiti: spetta poi al Comune comunicarli all’ASL e quindi operare la cancellazione.
     Ma nell’articolo citato è ancora peggio: il medico di famiglia redige il certificato ISTAT che di per sé non è una comunicazione di decesso, ma un dato medico a fini statistici. La vera è propria comunicazione di decesso la compie il medico necroscopo che attua tutte le pratiche per permettere i funerali (DPR 285/90), per cui il medico necroscopo redige anche il certificato ISTAT nel caso di un decesso senza assistenza medica. Aggiungo che lo stato civile del Comune, tramite le pompe funebri, avvia la pratica della cancellazione dall’anagrafe anche con una notizia “a voce”, non scritta, da parte di chiunque (parente, amico del deceduto…)  venga a conoscenza della morte di un cittadino (sempre in base al DPR suddetto). Allora? Di cosa stiamo parlando?
     I giornali ne scrivono di scempiaggini: se volessimo stare appresso a tutte...
     Ciao
               Antonio Merola