23 gennaio 2013
Enpam-Omceo: botta e risposta sul caso derivati
Torna di attualità il caso derivati dell'Enpam, ovvero gli investimenti fallimentari che hanno messo a rischio le casse dell'ente previdenziale medico. A riproporre la questione, una lettera inviata da una dozzina di presidenti di Omceo nazionali, nella quale si sollecita un riscontro su come l'ente stia procedendo nella difesa del patrimonio. La vicenda è nota. A giugno 2011 cinque presidenti di ordine, tra i firmatari della lettera al presidente dell'Enpam Alberto Oliveti (foto), e un membro del Cda, hanno presentato un esposto ai magistrati per spiegare che nell'ente c'era un buco di svariate centinaia di milioni di euro, dovuto a investimenti in titoli derivati e aggravato da successivi silenzi. Un'iniziativa che portò a indagare i vertici dell'ente con le successive dimissioni del presidente Eolo Parodi. Oliveti, diventato nel frattempo presidente, non ha mai perso occasione per prendere le distanze dalla passata gestione e per rassicurare sulla bontà del nuovo corso e sulla sicurezza delle pensioni future. La nuova missiva, che ha tra i suoi firmatari il presidente dell'ordine di Milano Roberto Carlo Rossi, ripropone la questione chiedendo al presidente Oliveti di «comunicare se e quali iniziative nel dettaglio, intenda assumere, o auspicabilmente abbia già assunto, relativamente alle operazioni compiute dall'Enpam sui derivati, nei confronti dei responsabili». Il presidente dell'Enpam, dal canto suo, sottolinea come le iniziative finalizzate a potenziali azioni legali di recupero siano partite il 1 febbraio dell'anno scorso e abbiano prodotto al momento «due contestazioni formali ad altrettanti intermediari su investimenti di importo rilevante con contestuale richiesta di risarcimento». In un caso recuperando quanto richiesto. «Si stanno avviando le procedure per la contestazione formale su altre quattro posizioni» continua Oliveti che chiarisce «come tale attività comporta un coordinamento complesso e impegnativo». Tutto sotto controllo, quindi secondo il presidente dell'Enpam che chiude la sua risposta con una frecciata, sottolineando come «il percorso di recupero avrebbe potuto cominciare molto prima se un esposto alla magistratura (quello presentato da cinque tra gli autori della missiva) non avesse interrotto il percorso avviato già nel 2010».
Marco Malagutti